Se ne erano letti alcuni stralci , ma ora è disponibile il testo completo. Sul blog dell’avvocato Fulvio Sarzana è scaricabile un PDF che contiene la bozza preliminare, in discussione presso il Consiglio dell’AGCom, della delibera conseguente il Decreto Romani sui media.
Nel testo non ci sono particolari novità rispetto a quanto già letto o sentito al riguardo. In particolare, l’Authority si trova investita e tenta di acquisire il ruolo di intermediario nella complessa gestione di copyright e diritto d’autore su Internet: per portare a termine tale compito vengono coinvolti gli ISP, ovvero il punto centrale della catena di trasferimento dei contenuti, fermo restando l’obbligo di riservatezza garantito ai cittadini dalle norme comunitarie e nazionali.
I capisaldo della proposta sono tre: monitoraggio e gestione dei flussi di traffico, promozione di offerta legale sul mercato, regolamentazione su “contenuti premium” e “finestre di distribuzione” per consentire uno sviluppo organico del mercato. AGCom dovrebbe farsi anche carico della “educazione alla legalità” dei netizen, coinvolgendo anche gli ISP in tale sforzo.
L’articolo 3.5 della delibera descrive il procedimento di attuazione di eventuali “provvedimenti inibitori dell’Autorità”, ovvero illustra il ruolo da sceriffo del web che AGCom potrebbe ritagliarsi (ipotesi per altro smentita dal suo presidente Corrado Calabrò, in più occasioni anche recenti): segnalazioni potrebbero giungere alla Authority anche attraverso il sito Web istituzionale, verrebbero valutate e ci sarebbero 5 giorni per gli eventuali trasgressori per provvedere a rimuovere contenuti in violazione. Infine, AGCom potrebbe disporre per il blocco di siti o servizi direttamente concordandoli con gli ISP. Menzione esplicita, infine, per il traffic management .
Il documento si chiude con l’articolo 3.6, dove vengono descritte le condizioni atte alla nascita di “licenze collettive estese”: uno strumento, secondo l’Authority, utile alla risoluzione di problematiche come quelle dello streaming di contenuti su Web, e che prevede un accordo tra le parti da raggiungere caso per caso.
Come detto, il documento proposto altro non è che una bozza preliminare: non è dato conoscere il contenuto attuale del provvedimento, ancora in discussione presso il Consiglio, né se nel frattempo siano intervenute modifiche significative all’impianto della delibera.
Luca Annunziata