Mechanical Turk infestato dallo spam

Mechanical Turk infestato dallo spam

Oltre il 40 per cento delle iscrizioni al servizio di crowdsourcing di Amazon sono ingranaggi di azioni di spamming. I danni sarebbero rilevanti, il problema generalizzato
Oltre il 40 per cento delle iscrizioni al servizio di crowdsourcing di Amazon sono ingranaggi di azioni di spamming. I danni sarebbero rilevanti, il problema generalizzato

Doveva essere un’ottima invenzione considerate le opportunità offerte. E invece, stando a uno studio condotto dalla Stern School of Business della New York University, sembra che Mechanical Turk , il servizio di crowdsourcing targato Amazon che permette agli utenti di ottenere piccole somme di denaro in cambio di piccoli compiti da svolgere, sia uno dei canali favoriti dai professionisti dello spam.

Il team di ricerca, coordinato dal professor Panos Ipeirotis, ha messo sotto la lente d’ingrandimento tutti i profili creati sulla piattaforma negli ultimi due mesi (settembre e ottobre 2010) scoprendo che il 40,92 per cento degli account è finalizzato al traffico di messaggi indesiderati .

Dopo aver ottenuto l’insieme dei nuovi profili, 1733 totali, i ricercatori hanno preso in considerazione i cosiddetti HIT ( Human Intelligence Tasks ), ossia le azioni che i netizen avrebbero dovuto compiere. Il passo successivo è stato quello di chiedere ai lavoratori di classificare i compiti a loro assegnati come spam o non spam attraverso l’uso di alcune linee guida.

I risultati: su un totale di 5841 HIT, 2390 (il 40,92 per cento) sono state classificate come spam. Un’ulteriore verifica è stata quella di controllare se vi fossero utenti che accogliessero compiti spammatori e compiti di natura lecita, scoprendo che solo pochi account praticavano entrambi. Quindi, il 31,83 per cento degli iscritti è impegnato esclusivamente in azioni di spamming .

Secondo alcuni, la presenza dello spam all’interno di piattaforme che offrono manodopera per piccoli lavori inciderebbe negativamente sull’opinione collettiva e sui risultati stessi. Tuttavia, Forbes segnala come lo spam sia un fenomeno che colpisce molti siti di crowdsourcing, inclusi ShortTask , microWorkers e DeskLancer . Nonostante gli osservatori siano convinti che i messaggi abusivi siano un problema che penalizza più il portale che gli utenti, c’è chi fa notare come l’ostacolo potrebbe essere superato grazie a una maggiore attenzione nei confronti dello sviluppo dei software .

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
23 dic 2010
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