Istat e l'Italia che finisce in Rete

Istat e l'Italia che finisce in Rete

Altra statistica conferma il ritardo dell'Italia sulle connessioni. Ma la voglia di Internet e nuove tecnologie c'è, la crescita lo dimostra. Gli Italiani però non si fidano della Rete
Altra statistica conferma il ritardo dell'Italia sulle connessioni. Ma la voglia di Internet e nuove tecnologie c'è, la crescita lo dimostra. Gli Italiani però non si fidano della Rete

Il 57 per cento delle famiglie italiane ha un PC, il 43 per cento una connessione banda larga. Questi i nuovi dati sull’Italia informatizzata divulgati dall’Istituto Italiano di Statistica.

Rispetto al 2009 è cresciuta sia la quota di famiglie che possiede un PC (che si assestava al 54 per cento), sia quella che ha una connessione a banda larga (che si fermava al 34 percento) che, infine, quella delle famiglie che hanno accesso ad Internet in casa (passate dal 47,3 per cento al 52). Le famiglie con più tecnologie, nota l’Istat , sono quelle con almeno un minorenne , mentre non sorprende scoprire che quelle costituite da soli anziani sono pressoché escluse dal possesso di beni digitali.

Stabile il divario tecnologico tra Nord e Sud, mentre si riducono lievemente le differenze sociali per quasi tutti i beni tecnologici considerati : per esempio, tra gli operai l’uso del personal computer è passato dal 45,1 per cento nel 2009 al 51,4 per cento nel 2010 e l’uso di Internet dal 40,9 per cento al 48,4 per cento, mentre per quanto riguarda dirigenti, imprenditori e liberi professionisti gli incrementi sono più contenuti: l’uso di Internet passa dal 79,1 per cento all’85 per cento e l’utilizzo del personal computer dall’81,3 percento all’86.

Per la penetrazione di Internet l’Italia si trova sempre al ventesimo posto nella UE (tre posizioni sopra a quanto riferito da Eurostat ), e rispetto agli altri paesi europei è indietro anche per quanto riguarda la banda larga (la media UE è del 61 percento).

A trainare l’adozione di Internet in Italia il fattore sociale: i social network sono utilizzati dal 45 percento degli utenti. Chat, blog, e forum da meno, il 36,7 percento degli utenti, l’istant messaging dal 26,8 e fermo al 38 percento l’utilizzo di Internet per ottenere informazioni dalla PA (il 27 per cento degli intervistati dice, inoltre, di scaricare moduli da siti della PA e il 13,4 di spedirli compilati telematicamente).

La prima causa di non possesso di accesso al web è la mancanza di capacità (40,8 percento dei casi), la seconda è legata a costi (18,4 per cento), mentre solo nel 13 per cento dei casi la connessione a casa manca perché si accede da un altro luogo. Un 23,3 per cento di famiglie, inoltre, considera Internet inutile.

Si conferma tasto più dolente per l’Italia l’e-commerce: solo il 26,4 per cento dei netizen di almeno 14 anni hanno ordinato e/o comprato merci o servizi per uso privato, e in gran parte è utilizzato per viaggio (35,9 percento) e pernottamenti per vacanze (33,6). Nei casi in cui non hanno fatto acquisti online, a preoccupare i cittadini è in gran parte la sicurezza: per lo stesso motivo limitato l’utilizzo del conto online, il download di software, musica e altri file e anche la connessione wireless da luoghi diversi da casa.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
23 dic 2010
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