Street View, violazioni anche in Corea del Sud

Street View, violazioni anche in Corea del Sud

Sono ora le autorità sud coreane a dichiarare la violazione della privacy da parte delle Google car. Ancora scuse e promesse da parte di Mountain View
Sono ora le autorità sud coreane a dichiarare la violazione della privacy da parte delle Google car. Ancora scuse e promesse da parte di Mountain View

BigG è ancora nei guai con il suo servizio Street View: questa volta a lamentarsi del servizio di mappatura è la Corea del Sud che accusa le Google car di aver violato le leggi sulla privacy con la raccolta di mail e altre informazioni personali in tutto il Paese durante la raccolta di dati per il servizio Street View, che negli ultimi mesi è sotto accusa da ben 20 nazioni.

La Corea del Sud si aggiunge alla lunga lista dei paesi che accusano BigG di aver violato le leggi sulla privacy. Non è ancor chiaro se Seul avrebbe scelto di perseguire le sue azioni legali nei confronti di Google, dichiarando semplicemente che l’inchiesta si sarebbe conclusa entro la fine di gennaio.
Le indagini potrebbero portare ad accuse di rilevanza penale nei confronti del colosso della ricerca: intercettazioni illegali e la mancata protezione delle informazioni personali.

All’inizio dello scorso anno la società aveva annunciato pubblicamente di aver raccolto i dati inviati tramite reti wireless non protette con il suo Street View e, in tutti i Paesi in cui è avvenuta la violazione della privacy, Google ha fornito più o meno le stesse dichiarazioni.
Infatti, anche a seguito della vicenda coreana, Google ha dichiarato di essere “profondamente dispiaciuta per la raccolta di dati personali” precisando, ancora una volta, come tale episodio era “avvenuto in maniera accidentale”, e promettendo di cooperare con le autorità locali al fine di eliminare l’intero materiale raccolto in linea con gli obblighi legali previsti e in consultazione con le autorità competenti.

Tuttavia – si denuncia sul The Korean Times – l’azienda “non è stata all’altezza di assumere una responsabilità morale o legale per il suo errore”. “Oltre a battaglie legali – continua – Google dovrebbe agire in maniera più responsabile per evitare il ripetersi di questo e di proteggere meglio i dati personali”.

Il Korea Times ha inoltre commentato che è “giunto il momento di fare tutti gli sforzi necessari per proteggere meglio la privacy individuale e la sicurezza nel cyberspazio” intensificando la cooperazione internazionale per stabilire standard globali e regolamenti specifici per risolvere o almeno prevenire i danni che possono scaturire da tali episodi.

Raffaella Gargiulo

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Pubblicato il 10 gen 2011
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