Una lunga giornata avvolta nel caos più totale, resa incandescente dalle fiamme della protesta generale. Il battesimo ufficiale del nuovo sistema di trasmissione telematica dei certificati medici si è così trasformato in un vero e proprio tiro al bersaglio, dopo una prova su strada fallimentare.
Il sistema di trasmissione obbligatoria voluto dal ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione Renato Brunetta è di fatto andato in tilt a poche ore dalla sua inaugurazione, incapace di sostenere il peso delle richieste d’accesso e invio da parte dei vari medici del Belpaese.
Il ministero ha così inviato un messaggio ai tanti medici di famiglia, tecnologicamente incapaci di inviare i vari certificati medici ai server centrali dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS). I tecnici della società Sogei – che gestisce le operazioni per conto della PA – cercheranno di ripristinare al più presto la funzionalità dei sistemi .
Problemi tecnici che scagioneranno i medici dalle accuse di inadempienza, annullando in via straordinaria le sanzioni recentemente entrate in vigore . Sanzioni che hanno certamente contribuito a scatenare il fuoco delle polemiche , in primis da parte della Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg).
Sarebbero stati gli stessi operatori del settore a riscontrare “la presenza di criticità in un sistema che a oggi non consente a tutti i medici di operare. La federazione aveva chiesto al ministro Brunetta di sospendere le sanzioni, per evitare uno stato d’agitazione che verrà ora puntualmente proclamato .
“Sarà in ogni caso cura del mio ministero assicurare un attento monitoraggio circa le procedure e i meccanismi di applicazione di quanto previsto – ha spiegato nel frattempo Brunetta – così da evitare il rischio di ingiustificati atteggiamenti punitivi”. Il ministro si è detto particolarmente soddisfatto dei risultati raggiunti dal nuovo sistema. Mentre ancora la Fimmg ha sottolineato come solo un medico su dieci sia oggi riuscito, con grandissime difficoltà, a connettersi al sistema del ministero. La ricetta online dovrebbe arrivare solo con un sistema a pieno regime: “Altrimenti si rischia di penalizzare medici e cittadini inutilmente” ha concluso l’associazione.
Mauro Vecchio