Greenpeace: il sito blu diventi verde

Greenpeace: il sito blu diventi verde

Gli ecologisti chiedono a Facebook di abbandonare l'uso di energia elettrica prodotta dal carbone. Con tanto di ultimatum per presentare un piano di transizione alle energie rinnovabili
Gli ecologisti chiedono a Facebook di abbandonare l'uso di energia elettrica prodotta dal carbone. Con tanto di ultimatum per presentare un piano di transizione alle energie rinnovabili

Nuova battaglia ambientalista per Greenpeace. Questa volta al cento del mirino c’è il gigante dei social network, Facebook, per via dell’ enorme dispendio energetico prodotto dai data center che archiviano e gestiscono i milioni di dati riguardanti gli utenti registrati al sito sito blu.

Per tale ragione l’associazione ha lanciato una sfida a Facebook, denominata “Facebook: Unfriend coal”, chiedendo al gigante del web di abbandonare l’uso di energia elettrica prodotta dal carbone utilizzata per alimentare strumenti e servizi, per abbracciare un futuro di energia pulita.

L’iniziativa , che ha già raccolto l’adesione di oltre 600mila persone in Rete, propone di chiedere a Facebook la preparazione di un piano entro il 22 aprile , data in cui si celebra la Giornata della terra.

La sfida lanciata dall’organizzazione ambientalistica è avvenuta a seguito della videointervista rilasciata la scorsa settimana dal direttore esecutivo di Greenpeace, Kumi Naidoo al direttore marketing di Facebook, Randi Zuckerberg, durante l’incontro avvenuto al Word Economic Fourum di Davos in cui si è discussa la possibilità per il sito blu di diventare in futuro il leader globale nell’utilizzo di energia rinnovabile.

Quattro, in particolare, sono gli impegni che Greenpeace ha inserito nella sua richiesta, denominata The Big IDEA , a Facebook. In particolare: aumentare l’utilizzo di energia verde per il funzionamento dei suoi server, elaborare un piano per attenuare l’impronta climatica del sito blu e diventare “carbon free”, educare gli utenti sul modo in cui vengono alimentati i propri server, e infine, promuovere l’utilizzo di energia rinnovabile a livello locale, nazionale ed internazionale.

Greenpeace ha tenuto a sottolineare che il colosso dei social network ha scelto di realizzare nel 2010 i suoi due nuovi data center in Oregon e North Carolina stipulando contratti di fornitura di energia elettrica con aziende che generano la maggior parte della loro elettricità dal carbone, una tecnologia del diciannovesimo secolo: accuse già ribadite , più volte, lo scorso anno . Greenpeace ha pertanto chiesto al colosso del web di rivalutare tale scelta con nuove soluzioni, fornite dall’organizzazione stessa, a favore di energia pulita da fonti rinnovabili.

Così come ha tenuto a sottolinare Casey Harrel di Greenpeace, Facebook è diventato negli anni un nome familiare per decine di milioni in tutto il mondo ma purtroppo utilizza energia prodotta da 19 centrali a carbone per alimentare strumenti e fornire dei servizi nel ventunesimo secolo.

“I numerosi fan del social network, sparsi in tutto il mondo, chiedono ora – ribadisce Harrell – alla società di guidare la rivoluzione energetica verde”. “I consumi energetici delle aziende IT stanno rapidamente aumentando e, oggi, il settore informatico è uno di quelli a più rapida crescita nella domanda di energia elettrica”. Basti pensare, ha evidenziato Harrell, che la quantità di elettricità consumata al momento da Internet posiziona la Rete al quinto posto.

“Facebook – ha concluso – ha oggi l’opportunità di dare il buon esempio e potrà dimostrare che le imprese prosperano anche quando scelgono la via verde, come già Pepsi e Procter and Gamble si sono impegnati a fare”. Il sito blu dovrebbe, dunque, essere il portavoce nel processo di sensibilizzazione della nuova, ma necessaria, etica ecologista.

La campagna sull’energia pulita si è subito estesa a livello globale: come in Francia, Indonesia, Nuova Zelanda, Regno Unito e infine in Turchia.

Raffaella Gargiulo

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Pubblicato il
4 feb 2011
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