Symantec e l'indice del cybercrimine

Symantec e l'indice del cybercrimine

La security enterprise statunitense svela un "indice di cybercriminalità", pensato per fornire un'indicazione di massima sull'attuale rischio posto alla sicurezza informatica dalle varie minacce in circolazione
La security enterprise statunitense svela un "indice di cybercriminalità", pensato per fornire un'indicazione di massima sull'attuale rischio posto alla sicurezza informatica dalle varie minacce in circolazione

Si chiama Norton Cybercrime Index ed è l’ennesimo, piccolo servizio gratuito offerto da Symantec per la salvaguardia informatica dei netizen. La funzione in questo caso è soprattutto educativa ma anche informativa , visto che il servizio tende a sintetizzare in un singolo numero a più cifre il “grado di rischio” attualmente corso in rete per colpa di malware, spam, phishing e altro genere di “cybercrimine”.

L’indice Norton del cybercrimine può essere seguito in tempo reale sul web, sul desktop con un gadget gratuito per sistemi Windows NT 6.x (Vista e 7) o su un portale pensato per l’accesso da smartphone e terminali mobile. L’indice contiene una serie di informazioni stringate sui maggiori pericoli telematici, e fa soprattutto affidamento su un “termometro” numerico circolare teso a indicare il livello di rischio attuale.

Gli algoritmi che si occupano di aggiornare quotidianamente l’indice del cybercrimine basano la loro consistenza sulle informazioni fornite attraverso il Global Intelligence Network di Symantec, una rete che tiene sotto controllo oltre 130 milioni di server e trae dati da ID Analytics e DataLossDB .

Oltre all’indice di rischio vero e proprio, il Norton Cybercrime Index è in grado di fornire una lista quotidiana di siti infetti da malware, i maggiori vettori di infezione, i termini più abusati per attività telematiche malevole, le maggiori categorie affette da spam, il volume complessivo della posta spazzatura, le categorie maggiormente a rischio di furto di identità e una lista di incidenti recenti con tanto di descrizione sull’accaduto.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
18 feb 2011
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