Tassa di scopo per l'Agenda Digitale?

Tassa di scopo per l'Agenda Digitale?

Brevetti gratuiti, tassa di scopo sulla connessione per la legalizzazione del P2P, Internet come materia scolastica. Dieci punti da discutere da due firmatari dell'Agenda Digitale
Brevetti gratuiti, tassa di scopo sulla connessione per la legalizzazione del P2P, Internet come materia scolastica. Dieci punti da discutere da due firmatari dell'Agenda Digitale

Marco Camisani Calzolari e Edoardo Colombo, due dei firmatari dell’ appello per un’Agenda Digitale italiana, hanno presentato alcune proposte intorno alle quali ritengono che il dibattito debba svolgersi.

Presentandole hanno parlato di un’Italia con “un’imprenditorialità fatta di innovatori”, cercando di collegare la richiesta di un’Agenda Digitale alla riforma economica, sentita come necessaria in una congiuntura economica che vede la macchina italiana bloccata.

“I social network e le nuove forme di distribuzione commerciale hanno infatti trasformato interi settori dando nuovo stimolo a settori strategici come il turismo, l’editoria, l’immobiliare, la musica, fino ai servizi assicurativi e bancari e soprattutto il mercato del lavoro” scrivono.

Pur non rappresentando una declinazione di agendadigitale.org (che non fa proposte come spiegato chiaramente nelle faq ), i due firmatari dell’iniziativa entrano nel merito di quanto si dovrebbe discutere a livello politico: e lo fanno con dieci punti programmatici .

Il primo punto, quasi un preambolo ideale agli altri, parla di introdurre nella Costituzione italiana il diritto di accesso, un principio che secondo i relatori dovrebbe sancire l’e-democracy e tutelare il concetto di Rete neutrale. Si chiede poi l’istituzione di un punto di riferimento per l’economia digitale, la ristrutturazione del settore e-commerce (manovra sull’IVA per le opere intellettuali, agevolazioni per i corrieri e definizione di requisiti minimi) e l’autorizzazione a soggetti societari full online (costituiti da persone fisiche che intendano operare anche in assenza di una sede fisica, comunicazione via web alle camere di commercio senza oneri di registrazione, periodo di prova di 2 anni).

A livello di Pubblica Amministrazione la proposta parla di un app store istituzionale con cui condividere le soluzioni software più efficaci individuate in quest’ambito per favorirne il riuso , il ricorso ad un “nuovo welfare partecipativo e sussidiario, un ritorno al Mutuo Soccorso di prossimità fondata sulla POP Economy” basati sulle nuove reti di relazione sociale, che sia in grado di entrare in azione ove il Pubblico non è in grado di dare risposte adeguate, nonché la digitalizzazione dell’Ufficiale Giudiziario (con tanto di costituzione di un sito stile ebay per il recupero crediti e le aste pubbliche).

Per quanto riguarda in generale la promozione dell’innovazione tecnologica , gli autori del decalogo chiedono di rendere gratuita la registrazione di brevetti per applicazioni e soluzioni completamente digitali (da meglio specificare date le condizioni specifiche che permettono la brevettabilità di questo tipo di invenzioni) e di ampliare il concetto di fair use delle opere protette da copyright. Si parla anche di “depenalizzazione del download dai circuiti P2P” in cambio di una flat tax sulle connessioni come tassa SIAE sul P2P non commerciale .

Infine, la proposta chiede l’introduzione di Internet come materia scolastica a partire dalle elementari .

Situazione che può risultare importante per l’agenda digitale del paese e come opportunità di qualificazione per le nostre imprese, inoltre, è la candidatura di Milano a diventare Mobile World Capital , ospitando la principale fiera internazionale della telefonia mobile organizzata dalla GSM association . La città è approdata alla short list con Barcellona, Berlino e Monaco e necessita ora dell’appoggio di tutte le componenti istituzionali.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
21 feb 2011
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