California, GPS e frequenza obbligatoria

California, GPS e frequenza obbligatoria

Gli studenti finiti nel libro nero degli insegnanti per colpa delle numerose assenze saranno localizzati tramite GPS. Un programma pilota di sei settimane al quale stanno partecipando diversi istituti scolastici californiani
Gli studenti finiti nel libro nero degli insegnanti per colpa delle numerose assenze saranno localizzati tramite GPS. Un programma pilota di sei settimane al quale stanno partecipando diversi istituti scolastici californiani

In California le assenze ingiustificate dei ragazzini di scuola media potrebbero non rappresentare più un problema per gli insegnanti e per i loro genitori. Un programma pilota è stato appena avviato dalla Anaheim Union High School . Prevede l’utilizzo della tecnologia GPS per monitorare gli studenti meno diligenti che spesso marinano la scuola .

Una prima prova di tale progetto è stata effettuata a Baltimora. Durante la sperimentazione del progetto il tasso di frequenza scolastica è passato dal 77 al 95 per cento. Terminate le sei settimane le presenze sono leggermente calate, ma la maggior parte degli studenti ha assunto un atteggiamento partecipativo e positivo, migliorando anche i voti delle pagelle.

Il programma, iniziato circa una settimana fa in diverse scuole californiane, prevede che tutti gli studenti che hanno collezionato più di quattro assenze scolastiche nel corso di un anno vengano inseriti nel progetto. Ad ognuno di loro verrà assegnato un localizzatore GPS , delle dimensioni di un telefono cellulare, che dovranno portare con loro per sei settimane . I genitori saranno responsabili del pagamento per i dispositivi eventualmente persi.

Ogni mattina gli allievi riceveranno una telefonata che gli ricorderà di recarsi a scuola . Inoltre, per cinque volte al giorno dovranno digitare sul dispositivo un codice che consentirà all’apparecchio di determinare la loro esatta posizione. I cinque momenti della giornata nei quali gli studenti dovranno digitare tale codice sono stai ben studiati: durante la partenza da casa, all’arrivo da scuola, all’ora di pranzo e al termine delle lezioni.

“È sbagliato considerare questa innovazione come una punizione per i ragazzi – ha dichiarato il dirigente dell’ufficio scolastico regionale, Miller Sylvan – si tratta al contrario di un intervento per aiutare a cambiare le loro abitudini”. Il dirigente ha inoltre spigato che tale progetto non ha costi eccessivi. Infatti ha precisato che ogni dispositivo costerà quasi 400 dollari, coperti interamente dai finanziamenti statali, ma considerando che ogni istituto perde 35 dollari al giorno per l’assenza di ogni singolo studente, se il piano dovesse portare a dei risultati positivi, si avrebbe un completo ritorno economico.

Il capo della polizia locale, Armando Prado, ha a tal proposito ricordato ai genitori che i ragazzi che saltano le giornate di scuola senza un valido motivo stanno violando la legge. Inoltre se il procuratore dovesse decidere di perseguire le azioni nei confronti di questi allievi disubbidienti i genitori rischierebbero una molta di 2mila dollari e gli studenti potrebbero essere condannati.

“È un provvedimento eccezionale” ha dichiarato il preside di uno degli istituti coinvolti, Kristen Levitin, che ha spiegato affermando che “è da appoggiare qualsiasi espediente volto a portare gli alunni in classe”. A favore del progetto sembrano essere anche le autorità di polizia di Los Angeles che hanno dichiarato che i ragazzi che abitualmente saltano le lezioni hanno buone probabilità di finire nel giro delle gang. Divisi sembrano essere i genitori . “Mi sembra una misura del tutto esagerata” ha dichiarato la mamma di uno dei 75 ragazzi che hanno partecipato al programma, “ci fanno sentire come dei criminali, è assurdo”. Ma non tutti i genitori sono contrari all’iniziativa. Un’altra mamma ha dichiarato che suo figlio ha sbagliato nel marinare la scuola e che, avendo altri figli, né lei né il marito potrebbero sempre riuscire a controllare ogni sua azione: “Penso che questa novità potrà essergli d’aiuto”.

Raffaella Gargiulo

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Pubblicato il
22 feb 2011
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