“Le frequenze della Difesa non sono sparite. Lo stesso ministero ha mostrato una tendenza alla disponibilità”. Così ha parlato il presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) Corrado Calabrò, recentemente intervenuto nel corso di un convegno organizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni.
Calabrò ha dunque voluto rassicurare gli animi più allarmati, in particolare sull’ attuale assenza delle frequenze televisive detenute dal ministero della Difesa. Frequenze che dovrebbero essere messe all’asta insieme a quelle del dividendo digitale esterno, da cui lo stesso Governo vorrebbe recuperare 2,4 miliardi di euro .
Queste frequenze “saranno liberate perché non possono non esserlo”, come sottolineato da Calabrò nel suo intervento. Per il presidente di Agcom ci sarebbe “un forte e convergente interessamento da parte del ministro dello Sviluppo economico, del ministro dell’Economia e della Presidenza del Consiglio perché si acceleri il processo di digitalizzazione”.
Dunque nessun dubbio, “in quanto solo frequenze che non abbiano delle porzioni occupate possono essere utilizzate al meglio e, quindi, valorizzate nella gara”. “Le comunicazioni mobile hanno urgente bisogno di frequenze per lo sviluppo di nuovi servizi – ha continuato Calabrò – e per garantire la qualità di una rete su cui il traffico è esponenzialmente crescente”.
L’offerta di frequenze dello Stato italiano alle telco dovrebbe contenere, oltre a quelle liberate dalle TV locali e corrispondenti agli 800 Mhz, anche le frequenze a 2,6 Ghz indispensabili per la realizzazione dell’LTE di prossimità . La Difesa, che le detiene ma non le utilizza, ha però chiesto un corrispettivo economico per rilasciarle.
Ma nel Piano nazionale di ripartizione delle frequenze, pubblicato sul sito del ministero dello Sviluppo economico, queste non figurano. “Le frequenze del ministero della Difesa non sono mai sparite – ha aggiunto il ministro Paolo Romani – il ministero aveva una riserva sul canale 69 che dovrà essere messo a disposizione come tutti i canali della banda 800″.
Mauro Vecchio