FTC contro l'azienda tracciante

FTC contro l'azienda tracciante

Trovato un accordo con una società statunitense che aveva ingannato gli utenti con messaggi poco trasparenti. Un avviso dava la facoltà di sganciarsi dal tracciamento, senza specificare però la durata dell'opt-out
Trovato un accordo con una società statunitense che aveva ingannato gli utenti con messaggi poco trasparenti. Un avviso dava la facoltà di sganciarsi dal tracciamento, senza specificare però la durata dell'opt-out

A trovare un accordo sono stati i vertici della Federal Trade Commission (FTC) statunitense, nell’ennesimo caso che ha visto la privacy dei netizen minacciata dalle attività di tracciamento di alcune aziende del web. In particolare da parte di Chitika, società del Massachusetts specializzata in servizi pubblicitari mirati al search .

L’azienda statunitense era finita nel mirino di FTC a causa di una strategia commerciale decisamente sospetta. Pratiche poi definite ingannevoli, messe in atto da Chitika per tracciare le attività online degli utenti in un periodo di circa due anni . Alla base di questo meccanismo, un livello davvero basso di trasparenza.

La società aveva infatti previsto un particolare avviso che permettesse agli utenti di abbracciare volontariamente misure di opt-out , in modo da evitare le più spiacevoli conseguenze del cosiddetto behavioral advertising . Ma lo stesso avviso di Chitika non aveva mai rivelato un dettaglio cruciale: il periodo di opt-out sarebbe durato solo 10 giorni .

Stando all’accordo trovato con FTC, i vertici di Chitika saranno ora obbligati a comunicare con estrema trasparenza circa la gestione delle informazioni fornite dagli utenti nel corso della propria navigazione. Il periodo previsto dalle misure di opt-out dovrà essere esteso da 10 giorni a 5 anni . E la stessa azienda dovrà eliminare tutte le informazioni raccolte finora.

La sanzione stabilita da FTC potrebbe dunque essere solo una tra le tante, come vorrebbe il Do-Not-Track-Me-Online-Act in terra statunitense. Alla Commissione verrebbe affidato in primis un potere di regolamentazione, seguito a ruota da una vera e propria possibilità di punire quelle Internet company che non rispettano le regole.

Mauro Vecchio

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
15 mar 2011
Link copiato negli appunti