Il Giappone è attualmente impegnato ad affrontare la devastazione provocata dal terremoto del 9° grado sulla scala Richter e dal conseguente tsunami avvenuti la settimana scorsa , e mentre il mondo resta col fiato sospeso per conoscere il destino ultimo dell’ impianto nucleare di Fukushima si affollano i rapporti provenienti dai grandi produttori e fornitori di materiale hi-tech del paese.
Più di un quarto della produzione mondiale di semiconduttori del 2010 è venuta dai grandi fornitori giapponesi, e anche se nel complesso le comunicazioni dei colossi tecnologici non parlano di grandi danni agli impianti industriali già si prospetta una forte crisi nelle consegne globali di chip di memoria NAND Flash, DRAM, logiche di controllo, pannelli e parti LCD e via elencando.
Tra i principali protagonisti dello scenario hi-tech globale, Sony, Panasonic e Toshiba riferiscono di aver sospeso la produzione con tempi lunghi per la rimessa in funzione delle linee di assemblaggio: Toshiba, responsabile della produzione di chip NAND Flash per i gadget di Apple (iPhone e iPad) denuncia di aver subito danni e di non avere tempi precisi da comunicare per la riapertura delle fab; Sony dice di aver chiuso otto delle sue fabbriche responsabili della realizzazione di dischi Blu-ray, testine magnetiche, batterie agli ioni di litio per PC portatili e per la PlayStation 3.
Texas Instruments denuncia di aver subito “danni sostanziali” in due dei suoi impianti in cui si producono chip DLP e wafer di silicio, e di prevedere la riapertura augurabilmente entro il prossimo luglio. E ancora Hitachi ha chiuso tutte e sei le fabbriche colpite dal terremoto nel nord del Giappone, e tutte e sei sono state chiuse e poste sotto controllo per la stima dei danni.
Stante così la situazione, il disastro del Sol Levante rappresenterà prevedibilmente un disastro anche per l’hi-tech, l’informatica, l’elettronica di consumo e l’intrattenimento del mondo intero: anche nel caso in cui i danni fossero nulli o marginali, la drastica riduzione di forniture energetiche – con Tokyo Electric che ha perso il 27% della sua capacità di generazione di corrente elettrica e il governo che ha imposto black-out periodici di tre ore a tutte le utenze non essenziali – e la situazione apocalittica dei trasporti, con binari divelti, strade cancellate, collegamenti interrotti – costringerà giocoforza tutte le aziende a chiudere in attesa che la situazione riacquisti una parvenza di normalità .
I prezzi dei materiali semiconduttori e delle materie prime schizzeranno alle stelle, prevedono le società di analisi, i gadget più alla moda come iPad 2 (ma anche TV-set HD, console di videogiochi, tablet, dispositivi multimediali, smartphone, supporti ottici, memorie di massa e memorie RAM) cominceranno a scarseggiare, i publisher videoludici – Nintendo in primis – saranno costretti a fronteggiare problemi e disagi di ogni sorta.
E parlando di videogame, dal popolo mite e orgoglioso del Sol Levante arrivano le prime dimostrazioni di solidarietà economica proprio a opera dei publisher di cui sopra – Sony, Nintendo, Namco Bandai, Sega Sammy. Problemi grandi e piccoli devono invece affrontare le software house che avevano in programma la pubblicazione di videogame a tema apocalittico o catastrofico , giochi come Disaster Report 4, Yakuza e Motorstorm: Apocalypse finiti cancellati o ritardati a data da destinarsi.
Alfonso Maruccia