Facebook, 70 milioni di dollari per Snaptu

Facebook, 70 milioni di dollari per Snaptu

Il sito blu acquisisce lo sviluppatore israeliano di applicazioni mobile. L'obiettivo è chiaro: entrare nel mondo degli smartphone e dei dispositivi mobile a basso costo
Il sito blu acquisisce lo sviluppatore israeliano di applicazioni mobile. L'obiettivo è chiaro: entrare nel mondo degli smartphone e dei dispositivi mobile a basso costo

Secondo quanto riportato da diverse fonti israeliane, Facebook ha acquisito lo sviluppatore di applicazioni mobili Snaptu impegnata nella fornitura di servizi online utilizzabili tramite smartphone per una cifra stimata intorno ai 60 – 70 milioni di dollari .
A confermare l’acquisizione è stato un dirigente della società israeliana sul blog ufficiale di Snaptu, che ha però rifiutato di discutere i numeri dell’acquisto o di rivelare ulteriori dettagli della transazione.

“Abbiamo deciso da subito – si legge nel post – che lavorare come parte del team di Facebook offriva la migliore opportunità per continuare ad incrementare il ritmo di sviluppo dei nostri prodotti. E unirsi a Facebook significa ottenere un impatto ancora maggiore nel mondo”.
“L’acquisizione – continua – dovrebbe chiudersi entro poche settimane. Avremo più aggiornamenti su Snaptu presto, e lavoreremo duramente per offrire una più ricca e più avanzata applicazione Facebook praticamente su ogni telefono cellulare”.

Snaptu crea software basati su Java in grado di sbarcare non solo sugli smartphone ma anche su cellulari meno avanzati, diffusi anche nei paesi emergenti, ai cui il sito blu guarda come potenziale spazio di espansione. Tale tecnologia funziona su più di 2.500 dispositivi.

Snaptu offre una soluzione per lo sviluppo, l’implementazione e il mantenimento di servizi web come ad esempio Twitter e LinkedIn per qualsiasi telefono.

Facebook ha già sfruttato, a partire dall’inizio dell’anno, alcune potenzialità della tecnologia Snaptu, ad esempio per creare la sua applicazione mobile con la sincronizzazione dei contatti.

Raffaella Gargiulo

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Pubblicato il
21 mar 2011
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