Mobile, la sorveglianza è ovunque

Mobile, la sorveglianza è ovunque

Un deputato tedesco trascina in tribunale il suo carrier telefonico per sapere quante e quali informazioni l'azienda stesse archiviando in merito ai suoi spostamenti. Il risultato è di quelli che aprono gli occhi
Un deputato tedesco trascina in tribunale il suo carrier telefonico per sapere quante e quali informazioni l'azienda stesse archiviando in merito ai suoi spostamenti. Il risultato è di quelli che aprono gli occhi

Qual è il livello di tecnocontrollo a disposizione degli operatori di telefonia mobile? Il ventiseienne Malte Spitz – politico del partito dei Verdi tedeschi – è riuscito ad aprire uno squarcio nelle sovente misteriose politiche aziendali dei carrier wireless, scoprendo che un dispositivo dotato di ricevitore GPS si comporta come una sorta di cimice costantemente appiccicata agli utenti.

Il tecnocontrollo agevolato dagli smartphone di nuova generazione è senza confini , ha scoperto Spitz, anche se per farlo c’è voluta una denuncia in tribunale a carico del colosso tedesco Deutsche Telekom nel tentativo di conoscere i dati di tracciamento archiviati dal carrier T-Mobile.

Grazie al coinvolgimento della giustizia teutonica, il giovane politico ambientalista è venuto a sapere che in un periodo di sei mesi (compreso tra agosto 2009 e febbraio 2010) T-Mobile ha salvato e archiviato i dati della sua posizione – latitudine e longitudine – per ben 35mila volte. Il carrier ha archiviato tutti i suoi spostamenti , spostamenti ora consultabili online su una mappa accessibile pubblicamente per volere dello stesso Spitz.

Il ventiseienne Spitz non ha particolari remore a mostrare al mondo le sue abitudini di sedentario abitante della periferia di Berlino, tuttavia restano preoccupanti le implicazioni della sua iniziativa in merito alla privacy degli utenti: un rapinatore di banche ha sempre la possibilità di lasciare a casa il cellulare quando è ora di mettersi all’opera, ma un comune possessore di smartphone dovrebbe essere consapevole dei rischi connessi all’impiego permanente delle tecnologie di geolocalizzazione sui gadget più intimi e personali.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 31 mar 2011
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