C’è chi ha sottolineato come si possa trattare della più importante scoperta in decenni di ricerca nel campo della fisica subatomica. Al Fermi National Accelerator Laboratory di Batavia, Illinois, sono stati infatti trovati alcuni indizi della presenza di una particella elementare ancora ignota, forse indice di un tipo di forza non attualmente conosciuta .
Un’ipotesi di sicuro impatto, proposta dai ricercatori del FermiLab dopo l’analisi di migliaia di collisioni tra protoni e antiprotoni . Questa presunta nuova particella elementare sarebbe stata rilevata dal vecchio acceleratore Tevatron, ormai destinato allo spegnimento nel prossimo settembre. C’è chi ha ovviamente colto l’ironia della sorte, soprattutto perché lo stesso acceleratore era stato a suo tempo messo in piedi per dar caccia al bosone di Higgs, la cosiddetta particella di Dio.
“Non si tratta del bosone di Higgs: è l’unica cosa di cui siamo certi – ha comunque spiegato Giovanni Punzi dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – Il bosone di Higgs è un tassello che si inserisce in un puzzle che già possediamo. Questo è qualcosa che va al di là, una nuova interazione e forse una nuova forza”. La nota particella di Dio sembrerebbe dunque da escludere: quella rilevata dal Tevatron sarebbe infatti troppo pesante .
Perché allora il dubbio ? I risultati ottenuti si collocano in un intervallo compreso in una fascia tra i 140 e 150 GeV , che poi è molto vicina a quella dove viene abitualmente cercato il bosone di Higgs (118-180 GeV). “In circa 250 casi, ben più di quanto ci si dovrebbe aspettare, l’energia totale dei getti si è attestata attorno ai 144 miliardi di elettronvolt – hanno spiegato i ricercatori – come se fossero i prodotti di decadimento di una particella sconosciuta di quella massa-energia”.
Secondo gli scienziati del FermiLab , la presunta nuova particella assomiglia – anche se più pesante – ai bosoni W e Z . C’è ora nemmeno l’1 per cento di possibilità che l’osservazione possa rivelarsi fasulla, anche se bisognerà attendere conferme ovviamente necessarie nel mondo della fisica sperimentale. La particella passerà ora al vaglio del Large Hadron Colider del CERN di Ginevra, soprattutto dopo la fine annunciata del piccolo, vecchio Tevatron.
Mauro Vecchio