Twitter, cinguettii ufficiosi per TweetDeck

Twitter, cinguettii ufficiosi per TweetDeck

Anche la CNN conferma l'acquisizione dell'app da parte del social network. Ma nessuna della parti conferma ufficialmente. E per chi cinguetta in arrivo nuove mail di notifica
Anche la CNN conferma l'acquisizione dell'app da parte del social network. Ma nessuna della parti conferma ufficialmente. E per chi cinguetta in arrivo nuove mail di notifica

Le voci si sono rincorse per giorni. Questa volta è la CNN a dirlo: Twitter avrebbe acquistato TweetDeck spendendo più di 40 milioni di dollari, divisi tra liquidi e capitale azionario.

TweetDeck , l’applicazione per organizzare i propri cinguettii, è stata al centro di speculazioni per mesi , in particolare dopo il report pubblicato da TechCrunch , nel quale si parlava di un’acquisizione costata tra i 40 e i 50 milioni di dollari.

Secondo le fonti di CNN, l’accordo, pur finalizzato, manca ancora dell’ufficializzazione . Dal tecnofringuello nessuno commenta, solamente un cinguettio da parte degli addetti alle pubbliche relazioni: “Per tutti i curiosi, proseguiamo col non commentare i pettegolezzi”. Sull’altro fronte, Betaworks, uno degli investitori principali di TweetDeck, preferisce mantenere il riserbo.

Nonostante i rapporti tra Twitter e gli sviluppatori di terze parti abbiano subito, negli ultimi tempi , un brusco arresto, TweetDeck rimane il leader nella categoria delle applicazioni di terze parti . Le voci sull’acquisizione di TweetDeck erano partite nel mese di febbraio, quando si mormorava che l’app fosse sul punto di venire assorbita da UberMedia. Proprio nel momento in cui sembrava non ci fosse più niente da fare, Twitter avrebbe rilanciato con una controfferta, che, stando alle ultime notizie, sarebbe stata accettata.

E insieme alla notizia dell’ormai avvenuta acquisizione di TweetDeck, Twitter ha anche provveduto ad aggiungere nuove funzioni al proprio servizio : in arrivo, da ora, le mail di notifica dei retweet e dei tweet favoriti da parte dei propri follower. Una mossa in più per rendere meno appetibili le applicazioni sviluppate da altri all’infuori della startup di San Francisco.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
24 mag 2011
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