Al via i due giorni (oggi e domani) di eG8 Forum, i dibattiti sulla Rete voluti dal Presidente francese Nicolas Sarkozy in anticipo rispetto alla riunione degli otto grandi del Pianeta attesa per la prossima settimana.
In diretta sul sito della conferenza oggi sono stati programmati gli interventi di, tra gli altri, Tom Glocer, CEO di Thomson Reuters, Andrew Mason di Groupon, Stéphene Richard di France Telecom – Orange, Sheryl Sandberg di Facebook, Jimmy Wales di Wikipedia e Eric Schmidt di Google.
Domani è il giorno di Zuckerberg, Rupert Murdoch, il CEO di eBay John Donahoe e Neelie Kroes vicepresidente della Commissione europea e Commissario per l’Agenda Digitale. Gli interventi di Mason e Zuckerberg sono attesi come i più consistenti.
I risultati dell’incontro saranno presentanti nell’ambito del G8 che la prossima settimana si svolgerà sempre a Parigi . Diventerà dunque una prima occasione per vedere i vertici mondiali quantomeno gettare un occhio alle questioni generate dall’evoluzione della Rete.
L’evento si è aperto con una grande captatio benevolentiae del principale promotore: Sarkozy ha definito Internet la “terza onda”, dopo la scoperta dell’America e la Rivoluzione Industriale, e “la nuova frontiera, un territorio da conquistare”. Parole che suonerebbero come positive se non fosse per la diversa interpretazione che si ottiene guardando alle politiche in materia finora adottate dall’Eliseo e che vanno nel verso della conquista e occupazione della Rete per stabilirvi un controllo governativo. Non bisogna dimenticare che Sarkozy è il padre di HADOPI e dei suoi tre colpi.
D’altronde Sarkozy ha anche detto che “i Governi sono i legittimi guardiani della società”, che “la totale trasparenza deve essere bilanciata dalla libertà individuale” e che occorre assicurarsi che “l’universo della Rete non diventi un universo parallelo fuori dalle leggi e dalla morale”. Insomma, Sarkozy sembra aver spinto il dibattito sull’opportunità per le grandi aziende protagoniste della Rete di collaborare con i governi nazionali. O, in maniera meno negativa , sulla ricerca di regole comuni valide a livello globale che possano superare i limiti dei confini nazionali per dare un minimo di ordine a Internet.
D’altra parte i rappresentanti dell’industria sembrano ostili all’approccio interventistico di Sarkozy: Eric Schmidt nel suo intervento ha già detto che “la tecnologia si muove così velocemente che i governi non dovrebbero neanche provare a regolare il settore che cambia troppo rapidamente”.
In ogni caso, accanto all’iniziativa ufficiale Sarkozy sembrerebbe aver cercato di arginare tutte le voci circa la possibilità di riconoscere Internet come uno spazio universale di libertà e uno strumento fondamentale di democrazia che avrebbe portato la promozione di adeguate misure anti-controllo e anti-censura. In particolare il portavoce dell’ associazione di difesa dei diritti online francese La quadrature du Net ha portato le prove della stretta vigilanza imposta all’agenda dell’incontro.
Anche per questo sono tanti i dubbi sopratutto per gli osservatori della rete: dalla net neutrality al controllo dei dati degli utenti, sono molte le questioni rilevanti che non possono essere risolte solo con l’intervento dei rappresentanti delle aziende.
Nel nostro paese, poi, ci si chiede dove sia l’Italia, che sembra latitare sia sul fronte istituzionale che su quello della società civile: solo tre su oltre cento relatori gli italiani che prenderanno la parola nella due giorni di discussione. Sono Franco Bernabé, Presidente di Telecom Italia, Carlo de Benedetti Chairman del Gruppo Editoriale l’Espresso e Luca Ascani, AD di Populis. E il governo partecipa solo con Gianluigi Benedetti, Consigliere diplomatico del Ministro Brunetta, e il parlamentare Vincenzo Vita (PD).
Claudio Tamburrino