L’obiettivo è quello di riuscire a stampare circuiti in grado di funzionare da accumulatori energetici con la stessa facilità con cui le moderne stampanti a getto d’inchiostro producono stampe di qualità fotografica. Lo perseguono i ricercatori della Oregon State University , che indicano la calcopirite come il materiale potenzialmente candidato a sostituire il silicio nei pannelli solari stampati prossimi venturi.
La calcopirite – anche nota come CIGS – è un materiale composto da rame, indio, gallio e selenio, ed è dotato di ottime qualità in quanto a efficienza energetica: un singolo strato di calcopirite spesso uno o due micron, dicono i ricercatori, ha la stessa capacità di accumulazione energetica di uno strato di silicio da 50 micron.
Usando CIGS al posto del silicio si potrebbe arrivare a un risparmio enorme sia in termini di sprechi e rifiuti – i ricercatori USA stimano una riduzione del 90% – che per quanto riguarda l’economicità di produzione dei pannelli.
Finora gli scienziati sono riusciti a realizzare un composto di calcopirite simil-inchiostro da stampare su un substrato usando tecnologia a getto d’inchiostro, e i risultanti pannelli sono stati in grado di raggiungere un’efficienza di conversione energetica pari al 5%. L’obiettivo primario è ora raggiungere un’efficienza di almeno il 12%.
Alfonso Maruccia