Un autentico caso di stato , scatenato in terra elvetica contro una delle applicazioni software più diffuse sul pianeta. Le presentazioni in PowerPoint sono all’improvviso diventate un nodo dell’economia svizzera, finite nel mirino di un partito tanto curioso quanto agguerrito.
I vertici dell’Anti-PowerPoint Party ( APPP ) – questa la traduzione in lingua inglese – hanno dunque lanciato il più preoccupante tra gli allarmi: l’utilizzo massivo della piattaforma targata Microsoft avrebbe fatto perdere all’economia locale qualcosa come 2,1 miliardi di franchi svizzeri , oltre 1,7 miliardi di euro.
Si tratta però di cifre presunte , calcolate dai vertici di APPP sulla base di statistiche non verificate, ovvero relative al numero complessivo di impiegati che ogni settimana lavorano a presentazioni in PowerPoint. Sempre secondo il nuovo partito, l’85 per cento di questi stessi dipendenti non troverebbe alcuna utilità nelle slide più famose per ufficio .
Ma c’è di più. Il meccanismo democratico svizzero è tra i più accessibili nel mondo, offrendo ai cittadini la possibilità di ottenere un referendum al raggiungimento di 100mila firme. L’insolito partito – che attualmente può contare su appena 425 sostenitori – vorrebbe dunque puntare al referendum per bandire l’applicazione di Microsoft dalla Svizzera .
Volontari sono stati chiamati all’appello per tradurre il sito ufficiale di APPP in altre lingue, nel tentativo di sensibilizzare l’intero pianeta sulla crociata anti-PowerPoint. Pare che il partito abbia addirittura intenzione di presentarsi alle prossime elezioni nazionali , per portare in Parlamento la battaglia viscerale contro le slide made in Redmond .
Mauro Vecchio