HP è pronta alla rivoluzione: ha annunciato l’intenzione di cancellare WebOS, la possibilità di scorporare la divisione che si occupa di PC e l’acquisto per 10 miliardi di dollari dell’azienda software Autonomy Corporation .
Anche la penultima trimestrale aveva evidenziato come HP si trovasse in una situazione di passaggio: nonostante i ricavi avessero superato del 16 per cento il periodo precedente, non aveva soddisfatto gli analisti. Stessa crescita bassa ha mostrato l’ultima trimestrale che ha registrato appena un 1,5 per cento di crescita rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente .
A preoccupare poi, anche prima del resoconto sugli ultimi mesi, erano in particolare le vendite del suo tablet Touchpad. Nessun numero ufficiale , ma le stime erano ben poco lusinghiere, tanto che l’ annuncio ora della necessità di rimettere sul piatto 100 milioni di dollari (0,05 dollari ad azione) per coprire le piatte e deludenti performance di TouchPad non sembra altro che la conferma di quel cattivo presagio e di una stima di circa 240mila TouchPad invenduti solo nella catena BestBuy.
Così, la decisione di tagliare i tablet con WebOS (il sistema operativo mobile acquistato con Palm per 1,2 miliardi di dollari) di cui era l’unica utilizzatrice, appare una scelta quasi obbligata anche se a poco meno di tre mesi dal suo esordio .
Per alcuni osservatori , d’altronde, potrebbero comunque aprirsi per il SO ex-Palm scenari interessanti, con HP e WebOS a sostituire l’accoppiata Google-Android nel fornire ai produttori di dispositivi mobile un sistema operativo gratuito, colmando così il buco che si potrebbe venire a creare se con l’acqsuisizione di Motorola Moutain View decidesse di occuparsi anche di produzione hardware. Il CEO di HP Leo Apotheker, d’altronde, già a giugno aveva aperto alla possibilità di licenziare webOS ad altri ed il fatto che adesso non voglia più competere sul piano hardware rende più concreta questa possibilità.
Abbandonando il settore dei tablet, d’altronde, HP ha detto che “continuerà ad esplorare opzioni per ottimizzare il valore del software webOS”. E in quest’ottica l’affidarsi alla community open source potrebbe essere una delle strade possibili.
La cura Apotheker, d’altronde, punta a cercare di fare in modo che l’azienda si concentri sui settori più profittevoli : individuando, in particolare, nel business enterprise e nel software l’arma per compensare la diminuzione di spesa del mercato consumer. Questa svolta non è stata ancora imboccata, ma il taglio dei tablet e l’ intenzione di abbandonare anche i PC, affidandone la produzione ad una spin-off ad hoc, sembra andare decisamente in questa direzione. Una mossa, d’altronde, che ricorda quanto già fatto da IBM negli anni ’90 (una scelta che fu premiante per Armonk).
Anche nel settore PC, d’altronde, HP incontra difficoltà nell’aumentare i suoi margini di profitto pur essendo il più grande produttore del mondo: ha registrato un fatturato di 9,6 miliardi di dollari e appena 569 milioni di dollari di profitti e un margine operativo del 10,46 per cento contro, per esempio, il 30,43 di Apple che, secondo alcune stime , riesce a fare più profitti con 1 Mac di quanto faccia HP con 7 PC .
Le sue chance, intanto, il nuovo CEO le investe proprio nel software e in particolare nel cloud-computing: Apotheker ha confermato che l’acquisto della britannica Autonomy è “possibile” e ci si attende una conclusione dell’affare entro la fine del 2011. Si tratta di un affare da 10,2 miliardi di dollari che metterebbe nelle mani di HP un’azienda specializzata nell’analisi dati .
Claudio Tamburrino