Primo comandamento Facebook, tracciare sempre

Primo comandamento Facebook, tracciare sempre

Il social network in blu seguirebbe la navigazione degli utenti anche dopo il log-off. Facebook risponde, conferma il tracciamento ma dice di farlo per il bene dei suoi "amici"
Il social network in blu seguirebbe la navigazione degli utenti anche dopo il log-off. Facebook risponde, conferma il tracciamento ma dice di farlo per il bene dei suoi "amici"

Stando al lavoro di analisi svolto da Nik Cubrilovic , Facebook terrebbe traccia dell’attività online dei suoi utenti anche dopo che questi hanno fatto il log-off dal social network. I cookie di Facebook continuano a scambiare informazioni coi server, rivela l'”imprenditore, hacker e scrittore”, attraverso l’integrazione con una quantità innumerevole di blog e siti web che si appoggiano al social network per coinvolgere attivamente i propri visitatori.

Facebook è dunque sempre al centro del dibattito su privacy e navigazione in Rete, e a quanto pare Cubrilovic aveva provato a contattare la società statunitense diverse volte – senza ricevere risposta – prima di rendere pubblici i risultati delle sue ricerche.

Il fatto che Facebook sia in grado di conoscere i “percorsi” online degli utenti è naturalmente benzina sul fuoco delle polemiche circa le politiche di gestione dei dati sensibili/personali archiviati sul social network, e qualcuno ha ovviamente approfittato della cosa per sviluppare l’ immancabile estensione per browser in grado di disabilitare completamente il tracciamento di Facebook tramite i cookie “offline” presenti nella cache.

Dopo la pubblicazione dell’analisi di Cubrilovic e la relativa coda polemica che ne è seguita, Facebook non ha potuto far altro che rispondere in via “ufficiale” alle accuse di tracciamento ubiquo dell’utente per tutto il Web: la società ammette di ricevere informazioni dai cookie offline, ma assicura ( paternalisticamente ) di farlo per il bene degli utenti impedendo il signup dei minori con un’età differente, per identificare spammer e phisher e quant’altro.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 27 set 2011
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