Mentre in Italia la discussione pubblica sui libri elettronici continua a riguardare temi alti e sensoriali come il fruscio delle pagine e l’odore della carta, negli USA i numeri del mercato ebook continuano a mostrare una crescita a tre cifre (+157,5 per cento in aprile 2011 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) e sembrano destinati a rivoluzionare il mercato editoriale nel suo complesso. Dentro questa evidente distanza fra i luoghi nei quali le cose accadono e quelli in cui invece se ne parla soltanto, il rischio concreto, per un Paese come il nostro nel quale il mercato del libro elettronico vale per ora uno zero virgola qualcosa (lo 0,05 per cento secondo Antonio Tombolini che ha fatto un po’ di conti), è che sia data per scontata, un po’ a tutti i livelli, l’attualità della discussione sul fatto che i libri che leggeremo dopodomani possano essere di carta o di bit. I numeri americani e una certa subalternità tecnologica, che per forza di cose abbiamo, ci dicono oggi che questa discussione è ormai del tutto superata dai fatti.
La presentazione dei nuovi Kindle da parte di Amazon, la settimana scorsa, ha poi mandato in frantumi uno degli ultimi argomenti dei tanti oppositori alla rivoluzione digitale del libro, quello del costo dei device. Il nuovo Kindle a inchiostro elettronico costerà infatti 79 dollari e c’è da chiedersi cosa accadrà ora al mercato, visto che i device della concorrenza costano, a parità di caratteristiche tecniche, molto più più del doppio. Molti analisti pensano che nel periodo natalizio assisteremo ad un ulteriore brusco calo dei prezzi dei lettori, anche se ovviamente Amazon replica con Kindle la propria nota sinergia hardware-contenuti che gli altri produttori difficilmente potranno controbattere.
Più che l’intuitiva (ma traballante) contrapposizione fra libro di carta e libro elettronico, il tema sul quale concentrarci in futuro potrebbe essere quello della lettura su device dedicati contrapposta ad una lettura web in senso lato: da un lato l’ambiente confortevole, adeguato al contesto editoriale, dei lettori dedicati, forniti di tecnologie apposite come l’inchiostro elettronico, dall’altro le mille tentazioni della lettura sul web, basata su monete piuttosto preziose quali l’apertura dei formati, la condivisione e l’ipertestualità.
Mentre scrivo questo Contrappunti sono a Riva del Garda, seduto in un bel posto vicino alla darsena, e qui accanto a me c’è Leonardo Tondelli , che è da molti anni uno dei miei blogger preferiti. Gli domando se possiede un ebook reader e mi risponde che non ne ha mai utilizzato uno. Poi mi racconta che leggere sul web per lui ha sostituito in buona parte la lettura su carta, che un tempo leggeva molti libri d’estate, quando non aveva Internet, ma che oggi non è più così visto che è sempre collegato. Anch’io, come forse molti altri, ho vissuto questo spostamento delle abitudini di lettura verso la Rete, ed anche la continua frammentazione dell’attenzione che Internet causa ad ogni attività, lettura compresa. Poi chiacchierando Leonardo mi dice che, secondo lui, se Proust scrivesse oggi, qualche “bel link elegante” nei suoi testi forse lo metterebbe. Lo dice un po’ scherzando ed io penso che probabilmente sarebbe davvero così.
Ci concentriamo moltissimo sugli strumenti quando parliamo di editoria elettronica e, anche uscendo dalla piana semplificazione sui tempi di passaggio dal libro di carta al libro digitale, dedichiamo scarsa attenzione a come cambia invece la scrittura, dando per scontata una immutabilità del formato e degli stili che invece, al moltiplicarsi delle opzioni tecnologiche, appare piuttosto improbabile. È lecito pensare, e del resto lo dicono un po’ tutti da anni, che l’evoluzione dei device, materializzata oggi dalla semplice trasposizione dei libri di carta nel formato elettronico, sia, lei stessa, il primo passo per una evoluzione della forma della scrittura.
Il piano inclinato che trasforma le parole di carta in bit sembra ormai al di fuori della discrezionalità nostra e di chiunque altro; il mercato della editoria elettronica vale in questo momento in USA circa come quello dei tascabili (una ottantina di milioni di dollari al mese): il passaggio successivo sarà forse quello di una nuova generazione di scrittori, magari bravi come Proust, forse senza madeleine ma con l’arma definitiva del “link elegante” di Leonardo che li battezza all’istante come uomini del nostro tempo.
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