Streaming, Justin Bieber in manette?

Streaming, Justin Bieber in manette?

L'idolo del teen-pop potrebbe finire in prigione per 5 anni, almeno secondo un nuovo disegno di legge statunitense che vorrebbe criminalizzare lo streaming online. Una campagna per salvarlo
L'idolo del teen-pop potrebbe finire in prigione per 5 anni, almeno secondo un nuovo disegno di legge statunitense che vorrebbe criminalizzare lo streaming online. Una campagna per salvarlo

Era la metà della scorsa primavera quando circolava per la prima volta la bozza di un nuovo disegno di legge statunitense, introdotto dai senatori Amy Klobuchar e John Cornyn con il benestare della cyberzarina Victoria Espinel. La prima versione del testo noto come S-978 partiva da un assunto fondamentale: lo streaming senza autorizzazione dovrebbe essere considerato un vero e proprio crimine .

Freebieber.org è la nuova campagna promossa dagli attivisti di Fight for the Future , che vorrebbero salvare la celebre star del teen-pop dalle fredde sbarre di una galera a stelle e strisce. Il nuovo idolo col caschetto rischierebbe infatti fino a 5 anni di detenzione per aver caricato su YouTube una vasta serie di clip in violazione del diritto d’autore . In gran parte sue esecuzioni vocali con brani R&B a fare da sfondo sonico.

Non si tratterebbe propriamente di clip illecite, dunque. Gli uploader come Justin Bieber potrebbero finire al gabbio per aver ballato su una canzone di Madonna o mimato con le labbra un numero di Elton John. Secondo le nuove predisposizioni di legge, lo streaming senza licenza verrebbe considerato una public performance non autorizzata . A partire dal caricamento di 10 public performance in un periodo di 180 giorni.

È il caso di Justin Bieber, che praticamente ha fatto di YouTube la sua seconda casa. Gli attivisti di Fight for the Future stanno cercando di illustrare quelle che sono state definite pericolose implicazioni per le libertà digitali. “Non si potrà nemmeno postare un video con un ragazzino che suona il piano a scuola”, hanno spiegato. Anche se più di qualcuno potrebbe essere lieto di non ascoltare più la dolce ugola dell’idolo del teen-pop .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
20 ott 2011
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