EMI, musica per gli sviluppatori

EMI, musica per gli sviluppatori

L'etichetta britannica ha aperto i suoi archivi sonici alla comunità dei developer indipendenti. Che tramite The Echo Nest potranno realizzare applicazioni con musiche d'autore autorizzate
L'etichetta britannica ha aperto i suoi archivi sonici alla comunità dei developer indipendenti. Che tramite The Echo Nest potranno realizzare applicazioni con musiche d'autore autorizzate

C’è chi ha subito sottolineato come certi protagonisti dell’industria musicale abbiano ormai compreso le molteplici possibilità creative offerte dalle nuove tecnologie digitali. I vertici di EMI Music, una delle quattro grandi sorelle del disco, hanno così annunciato una preziosa partnership per aprire progressivamente i propri archivi sonici alla comunità degli sviluppatori .

L’etichetta britannica ha dunque siglato un accordo con i responsabili di The Echo Nest , piattaforma web specializzata nella distribuzione di contenuti musicali ai vari developer indipendenti. Una fetta sostanziosa del catalogo di EMI sarà dunque a disposizione di circa 10mila programmatori software, che potranno trasformare contenuti audio – ma anche video e fotografici – in nuove applicazioni autorizzate dalla major d’Albione .

Stando al comunicato ufficiale diramato dai responsabili di The Echo Nest , si tratta di una delle più vaste distribuzioni di musica licenziata per la comunità di sviluppatori di applicazioni. Che potranno in sostanza giocare con i contenuti audiovisivi per realizzare prodotti software per i vari artisti dell’universo EMI Music . Come ad esempio i Gorillaz e i Pet Shop Boys.

La partnership con The Echo Nest è parte di una strategia più ampia chiamata OpenEMI , che faciliterà l’immissione di applicazioni musicali sul mercato digitale liberando gli sviluppatori da fastidiosi processi burocratici. I developer potranno attingere da un totale di 12mila brani , con il 60 per cento delle entrate che andranno all’etichetta britannica. Il restante 40 verrà diviso tra The Echo Nest e i programmatori.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
7 nov 2011
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