Il ritorno del tablet

Il ritorno del tablet

di D. Galimberti - A cosa serve un computer? E a cosa un tablet? Rispondendo a queste domande si scopre la chiave per anticipare il futuro del mercato. L'elettronica di consumo sta cambiando, ma per i PC non è ancora finita
di D. Galimberti - A cosa serve un computer? E a cosa un tablet? Rispondendo a queste domande si scopre la chiave per anticipare il futuro del mercato. L'elettronica di consumo sta cambiando, ma per i PC non è ancora finita

Il mio ultimo articolo pubblicato su queste pagine ha prodotto reazioni di parere completamente opposto nel forum, per cui torno volentieri sull’argomento per ampliare il discorso.

Prima di cominciare vorrei tranquillizzare gli immancabili complottisti: se ho accennato più spesso a iPad rispetto agli altri è semplicemente perché il tablet della Mela rappresenta il miglior esempio, sia per tipologia di dispositivo, sia per il successo di pubblico ottenuto (e qui metteteci tutti i motivi che volete, dall’essere arrivato prima alle diatribe sui brevetti, ma allo stato attuale iPad è in vetta alle classifiche), del pensiero che volevo esprimere: il ragionamento in sé, sebbene con qualche lieve differenza e precisazione, sarebbe altrettanto valido se prendessimo in considerazione un tablet Android (come già scritto nello stesso articolo), uno con WebOS (semmai avrà un futuro), o uno con il TabletOS di RIM basato su QNX (se riuscirà a far breccia nell’utenza).

Un po’ meno valido il parallelo con le SmartTV, che a mio avviso sono oggetti ancora più limitati e più vicini ad un elettrodomestico evoluto che non ad uno strumento informatico semplificato, anche se (indubbiamente) anch’essi possono rappresentare una valida alternativa al computer se lo scopo è solo quello di navigare Internet, mandare email, e poco altro. Chissà se Apple, come si mormora, non abbia davvero intenzione di entrare anche in questo settore: sicuramente non si tratta di un compito facile visti gli umori altalenanti dei prodotti in circolazione basati sulla IPTV di Google, e se devo dire la mia credo che Apple farebbe meglio a potenziare l’attuale AppleTV (processore A5, uscita video 1080p, e un minimo di memoria per installare le App di iOS) che non a fare una iTV-Apple. Ma questo è un altro discorso.

Non vedo invece possibile il parallelo con eventuali tablet che dovessero montare un sistema operativo completo, perché il fulcro della questione non è tanto il dispositivo in sé, ma ciò che fa da tramite tra l’utente e il dispositivo stesso: i tablet con Windows XP esistono da 10 anni ma solo lo sviluppo di sistemi dedicati ha permesso a questi strumenti di raggiungere il recente successo, successo che invece è mancato a chi si è ostinato (e ancora si ostina) nella proposta di tablet con un sistema operativo “classico”. Con questo non voglio dire che questo genere di tablet sia assolutamente inutile: un tablet con lo stesso sistema operativo dei computer desktop può rappresentare un’alternativa interessante per chi necessita di portabilità estrema ma non può rinunciare a certi applicativi, esigenza sicuramente di nicchia ma sempre possibile. Anche se in questa situazione, più che un tablet, mi sentirei di consigliare un ultrabook , perché il concetto stesso del tablet (schermo touch da gestire con le dita o stilo) si scontra con l’esigenza stessa di utilizzare applicazioni concepite per un computer desktop (col quale si interagisce tipicamente tramite un mouse).

Il tablet Apple ha radici molto profonde e nasce idealmente come strumento pensato per rendere l’informatica più semplice alle persone comuni: prima ancora della nascita del progetto Macintosh, un Jobs ventiseienne, incontrando una classe di studenti a Stanford, raccontava che in futuro avrebbe voluto progettare un computer “piccolo come un libro”, e la sua fissazione per realizzare qualcosa di “facile da usare” (al costo di renderlo chiuso, affinché funzionasse in un unico modo, esattamente come aveva in mente lui) era ben chiara nella sua mente ancora prima della visita alla Xerox e del successivo accordo che lo portò ad implementare l’interfaccia grafica del primo Mac. Anche durante lo sviluppo del Macintosh, rispondendo ad una precisa domanda di Maya Lin durante una sua visita alla Apple, disse che il suo obiettivo per il futuro era quello di realizzare qualcosa di sottile che stesse in grembo, non appena si fosse resa disponibile la tecnologia necessaria.

iPad non è certo stato il primo tablet del mercato, ma è stato il primo a proporre un nuovo modo d’interagire con esso: nonostante la tiepida accoglienza iniziale , alla prova dei fatti Pad si è dimostrato vincente e se inizialmente sembrava un oggetto volto esclusivamente al “consumo” – consumo di applicazioni, di internet, di notizie, di musica e film venduti su iTunes ecc – poco per volta si è conquistato spazio con applicazioni rivolte anche alla creazione di contenuti: nella classifica delle 10 applicazioni più vendute ci sono Penultimate , Pages , Documents to Go , Numbers , Garageband . E se ampliamo un po’ la visuale troviamo Keynote , Goodreader , Quickoffice , iMovie , Photoshop Express , tutte le altre applicazioni Adobe e molto altro ancora. Le stesse applicazioni (a parte quelle marchiate Apple) le ritroviamo anche sull’ Android Market , dove possiamo trovare anche Adobe Photoshop Touch (applicazione che per iPad uscirà a inizio 2012): il che non fa che confermare l’idea vincente di un dispositivo pensato in questo modo, diverso dal computer e diverso anche dai tablet precedenti.

Premesso questo, se anche il tablet restasse un mero strumento di consumo, dovremmo considerarli meno importanti di altri dispositivi? La questione non è tanto sullo strumento in sé, ma nell’utilizzo che (per necessità o per scelta) ne fa l’utente: non tutti hanno tempo, voglia o bisogno di creare qualcosa. Lo stesso computer viene spesso utilizzato come strumento di consumo per Internet, email, Facebook, giochi, foto e poc’altro (soprattutto in ambito domestico), quindi perché non lasciarsi alle spalle le complicazioni di una macchina completa e fin troppo potente per le proprie necessità, quando si possono fare le stesse cose su un tablet? Certo, come ho già ripetuto più volte, non è una soluzione che può andare bene per tutti o in tutte le situazioni, ma è una soluzione che va più che bene a moltissime persone e gli ottimi risultati di vendita ne sono la conferma (al contrario dell’altro tentativo volto alla semplificazione dell’informatica, i Chromebook, che stanno riscuotendo scarso successo ).

Nessuno si scandalizza se l’utente di computer scarica GIMP per fare fotoritocco, o usa la calcolatrice di Windows per fare due calcoli, anziché aprire un tool di programmazione e riscrivere da zero dei nuovi software per fare queste cose. Non vedo perché chi invece compra un’App per svolgere gli stessi compiti debba essere considerato uno consumatore-tonto . Chi invece dovesse avere la voglia e la necessità di programmare (o anche il bisogno di lavorare con una maggiore potenza di calcolo) può tranquillamente continuare a comprare i computer, che non spariranno certo dalla faccia della terra per colpa dei tablet: iPad e gli altri tablet rimpiazzeranno progressivamente il computer di chi lo utilizza in modo passivo , e conquisteranno chi non si era mai avvicinato al mondo dell’informatica per il timore di non essere all’altezza di utilizzare un computer. Magari in futuro le cose cambieranno ulteriormente, perché i tablet amplieranno sempre di più le loro possibilità, ma per questo c’è tempo: la battaglia dei tablet è appena cominciata.

Domenico Galimberti
blog puce72

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Pubblicato il 28 nov 2011
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