QBO, il robot che si guarda allo specchio

QBO, il robot che si guarda allo specchio

Una tenera creaturina artificiale riesce a riconoscersi, addirittura a farsi da solo i complimenti per la beltà robotica. Merito degli algoritmi per il riconoscimento ottico
Una tenera creaturina artificiale riesce a riconoscersi, addirittura a farsi da solo i complimenti per la beltà robotica. Merito degli algoritmi per il riconoscimento ottico

“Oh. Questo sono io. Carino”. Parole metalliche di un piccolo robot su due ruote, l’adorabile automa verdastro QBO . La marziana creatura meccanica ha appena osservato le sue fattezze davanti allo specchio, riuscendo a riconoscersi dopo le iniziali esitazioni . Addirittura complimentandosi per la sua stessa beltà robotica.

Merito in realtà degli ingegneri della statunitense TheCorpora , che hanno saputo sfruttare gli algoritmi di Speeded Up Robust Feature (SURF) per permettere a QBO di riconoscersi allo specchio. Deducendo l’esatta identità di una creatura rappresentata o in movimento attraverso la tecnologia per il riconoscimento ottico .

“Fammi pensare”, dice QBO prima di riuscire a capire chi si cela dietro l’involucro verde. In sostanza , la mente artificiale di QBO è capace di assegnare un determinato significato ad un insieme di curve, punti e linee . In modo da formare una sorta di database enciclopedico interno che lo porti a riconoscere un pinguino oppure il suo stesso viso.

I tecnici di TheCorpora hanno implementato il software open source noto come Julius , che permette al robot su due ruote di riconoscere il parlato proveniente dall’esterno, e il sistema di sintesi vocale Festival .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
5 dic 2011
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