Le ricerche scientifiche degli ultimi anni hanno fornito indizi ampiamente sufficienti a confermare l’esistenza di giacimenti d’acqua su Marte, e nuovi indizi ancora emergono grazie al lavoro delle agenzie spaziali di tutto il mondo. L’ultima scoperta di NASA appena annunciata sarebbe però la prova inconfutabile del fatto che sì, il Pianeta Rosso era un tempo molto più “bagnato” di quanto lo si possa considerare nel tempo presente.
La nuova traccia del passato di Marte è stata scovata – neanche a dirlo – da Opportunity, il rover gemello del defunto Spirit ammartato (agli antipodi del compagno di viaggio) nel lontano gennaio del 2004. Opportunity ha scovato una sottile vena di gesso, annuncia NASA, fatto che non può essere spiegato se non con la presenza di acqua nei paraggi.
Sedimenti di gesso tendono a formarsi con il filtrare dell’acqua attraverso le rocce, e il rover statunitense ha individuato la vena incastonata in una roccia lungo l’orlo di un enorme cratere (154 km) noto come Endeavour. “Si tratta dell’osservazione più solida che abbiamo fatto nel corso dell’intera missione”, ha commentato lo scienziato e responsabile NASA per la ricerca su Spirit e Opportunity Steve Squyres.
Mentre le precedenti “prove” a sostegno dell’esistenza di acqua su Marte presentavano il fianco a osservazioni critiche per via della complessa presenza di composti minerali sulla superficie, dice Squyres, “il gesso individuato di recente è innervato in una roccia. Questa roba si è formata esattamente lì. C’era una spaccatura nella roccia. L’acqua ci è passata attraverso. Il gesso è stato depositato dall’acqua. Fine della storia”.
E ora che si ha la prova certa della presenza di acqua nel passato del Pianeta Rosso, non resta che attendere le scoperte potenzialmente sensazionali del nuovo rover Curiosity : il “laboratorio scientifico” in forma di SUV è in viaggio verso Marte per analizzare le rocce e condurre esperimenti chimici complessi direttamente in loco .
Alfonso Maruccia