Apple contro gli hack di Siri

Apple contro gli hack di Siri

Un aggiornamento blocca le versioni "non ufficiali". In attesa di un nuovo trucco che consenta di usarlo a tutti. Nel frattempo, quasi pronte nuove lingue per l'assistente personale
Un aggiornamento blocca le versioni "non ufficiali". In attesa di un nuovo trucco che consenta di usarlo a tutti. Nel frattempo, quasi pronte nuove lingue per l'assistente personale

Mentre Siri, l’assistente vocale di iPhone 4S, sarebbe pronto a parlare giapponese (e magari anche italiano, visto che per quest’anno Cupertino aveva anticipato la compatibilità con l’idioma del Belpaese), Apple è intervenuta per bloccare la diffusione di uno dei trucchi che permetteva a utenti più smaliziati di utilizzarlo anche su dispositivi non di ultima generazione.

Apple ha introdotto il suo “assistente vocale” con il modello 4S, e all’ultima generazione di iPhone voleva che restasse legato: forse per non congestionare il traffico che devono gestire i server di Siri, forse per garantire al nuovo modello un dettaglio in più che lo valorizzasse rispetto ai precedenti. Tuttavia gli smanettoni si sono impegnati a trovare hack in grado di estenderlo anche ad altri device, e non solo sui melafonini.

Tra i diversi porting del digital assistant , uno dei più diffusi è (o forse è il caso di dire era) Spire , che ora risulta bloccato dal nuovo aggiornamento di Apple che ha introdotto un processo di autenticazione aggiuntivo per accedere ai servizi Siri.

La particolarità di Spire era che si limitava ad installare sui device non-4S i file necessari a comunicare con i server di Siri, che veniva dunque scaricato direttamente da Apple in un processo quasi-legale, lasciando agli utenti la questione irrisolta di configurare l’indirizzo proxy di un server Siri e del trovare le credenziali da iPhone 4S.

Questo semplice meccanismo è stato tuttavia ora interrotto da Apple con l’ultimo aggiornamento del servizio che introduce un nuovo “SetActivationToken”. Almeno fino alla prossima mossa degli smanettoni.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
15 feb 2012
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