L’ordine era stato diramato dal GIP di Belluno, per la chiusura preventiva del portale web vajont.info accusato di diffamazione dagli On. Domenico Scilipoti e Maurizio Paniz. L’ormai nota metafora alpina aveva portato le autorità venete ad obbligare 226 provider tricolore all’inibizione di tutti gli accessi al sito gestito da Tiziano Del Farra.
I responsabili di Assoprovider-Confcommercio hanno ora depositato , presso il Tribunale della Libertà di Belluno, un ricorso contro l’ordine di blocco del sito. Come già sottolineato dall’avvocato Fulvio Sarzana, all’indirizzo IP del portale – essendo IP virtuale ovvero condiviso e gestito da un server estero – sono in realtà legati 207 siti estreanei a quello dedicato al noto disastro del Vajont .
“Il decreto del GIP costituisce il primo esempio in Italia di un ordine che in futuro potrebbe inibire attraverso i provider l’accesso a blog, siti Internet, portali informativi, ai cittadini italiani – ha spiegato lo stesso Sarzana – limitando considerevolmente il pluralismo informativo garantito dalla rete Internet e i diritti di libera espressione”.
A far sperare i provider è il precedente caso Moncler , quando il Tribunale di Padova annullava l’ordine di sequestro nei confronti di 500 siti indicati dal colosso dell’abbigliamento francese come pericolosi spazi web della contraffazione. Molti di questi avevano però ripreso solo il nome del marchio, non affatto impelagati in attività illecite.
Mauro Vecchio