Cina, Muraglia Digitale col buco?

Cina, Muraglia Digitale col buco?

Dall'Oriente sono arrivati all'improvviso commenti su diversi social network occidentali. Non si sa perché né come, ma sembra esserci una breccia nei filtri governativi
Dall'Oriente sono arrivati all'improvviso commenti su diversi social network occidentali. Non si sa perché né come, ma sembra esserci una breccia nei filtri governativi

Qualche giorno fa dalla Cina sono iniziati a comparire diversi commenti su social network e siti occidentali che, in teoria, sarebbero dovuti essere bloccati per gli utenti locali: ad attirare gli utenti cinesi all’improvviso liberi di scegliere è stata per prima la pagina Google+ del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ma poi gli utenti scappati attraverso le strette maglie della muraglia digitale di Pechino si sono riversati sul Web, da YouTube a Facebook.

Secondo quanto si legge in una serie di commenti tradotti dal mandarino apparsi sui vari siti, all’improvviso diversi utenti cinesi si sono trovati liberi di accedere a siti occidentali come Facebook, YouTube, Twitter e Google+, che fino a quel momento risultavano inaccessibili. L’improvvisa libertà ha portato gli utenti cinesi a scrivere al Presidente Obama affinché appoggi politiche a favore della libertà di espressione e dei diritti umani nella comunità internazionale, ad esplorare FB e a vedere, in alcuni casi per la prima volta, YouTube.

I commenti cinesi inaspettati hanno spiazzato gli osservatori occidentali: il Governo cinese ha instaurato nei confronti dei diversi social network uno stretto controllo, tanto che nella gran parte dei casi risultato bloccati e gli utenti locali non tecnicamente in grado di superare la grande Muraglia digitale non possono far altro che affidarsi alle versioni cinesi, su cui, però, vigilano le autorità alla ricerca di pensieri e parole sovversive, pornografiche o in altro modo considerate illegali.

In questi giorni, tuttavia, molti di questi utenti si sono trovati liberi di accedere alle pagine occidentali, senza proxy o hacking, ma semplicemente utilizzando il motore di ricerca di Google: sembra si tratti di una falla venutasi a creare all’interno della sua Muraglia digitale e che ancora non sembra essere stata del tutto tappata dalle autorità.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
2 mar 2012
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