Olanda, i proxy della Baia alla rimozione coatta

Olanda, i proxy della Baia alla rimozione coatta

Una seconda ingiunzione del giudice de L'Aia costringe una piattaforma proxy locale a chiudere i battenti. Alcuni siti simili sventolano bandiera bianca su pressione di BREIN. La Baia non ha timore: tutta pubblicità gratis
Una seconda ingiunzione del giudice de L'Aia costringe una piattaforma proxy locale a chiudere i battenti. Alcuni siti simili sventolano bandiera bianca su pressione di BREIN. La Baia non ha timore: tutta pubblicità gratis

Maggio 2010. I vertici di BREIN, attivissima organizzazione anti-pirateria in terra olandese, scatenavano il fuoco legale contro il provider locale Ziggo, accusato di non aver bloccato a mezzo DNS gli accessi a The Pirate Bay. Dopo quasi due anni, un giudice de L’Aia obbligava l’ISP ad applicare i sigilli alla Baia, pena il pagamento di una sanzione pecuniaria fissata a 10mila euro per ciascun giorno d’inadempienza .

L’ordinanza non era però riuscita a stroncare la nascita di centinaia di servizi proxy per l’aggiramento dei blocchi imposti a Ziggo e XS4ALL . Il team legale di BREIN aveva così iniziato a contattare gli operatori delle principali piattaforme di proxy, chiedendo – non troppo gentilmente – l’immediata rimozione dei servizi realizzati ad hoc per permettere agli utenti olandesi di accedere all’ex-tracker BitTorrent .

La stessa corte de L’Aia ha ora emanato una seconda ingiunzione per l’immediata rimozione del servizio proxy tpb.dehomies.nl . Qualora i gestori della piattaforma continuassero a rimanere online, rischierebbero una multa pari a mille euro per ciascun giorno d’inadempienza. L’ordine del giudice sembra aver sortito gli effetti sperati da BREIN: numerosi siti di proxy – tra cui alwaysapirate.org e remastered.nl – hanno deciso di sventolare bandiera bianca.

Come spiegato dal gestore di thepiratebay2.nl , non ci sarebbero le risorse economiche necessarie a fronteggiare un processo in aula. C’è chi ha però sottolineato come la strategia di BREIN sia molto simile a quella del gatto col topo. I servizi proxy disponibili si contano a centinaia, per non parlare degli strumenti messi a disposizione da piattaforme di blogging come WordPress.

“Se gli operatori di questi siti proxy non si decideranno a rispettare l’ordinanza del giudice verranno considerati responsabili dei danni arrecati da The Pirate Bay”, ha spiegato il direttore di BREIN Tim Kuik. Nessuna paura da parte dell’ex- tracker del torrentismo: l’ordinanza firmata dal giudice de L’Aia altro non farebbe che portare pubblicità gratuita alla Baia dei pirati.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 26 mar 2012
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