La satira, si sa, piace. Può però capitare che l’oggetto della battuta possa avere qualcosa di ridire. L’ultimo caso arriva dalla Tasmania, dove Andrew Nikolic, il candidato del Partito Liberale per il seggio del distretto di Bass , non ha affatto gradito un articolo scritto da un giornale online.
La testata in questione è il New Examiner , un quotidiano specializzato nel prendere in giro i politici della Tasmania che raggiunge poco più di 10mila lettori al mese. Nel mirino del New Examiner è finito quini Nikolic, un ex brigadiere dell’esercito australiano che ha combattuto in Afghanistan e in Iraq e che ha annunciato la sua candidatura per le elezioni del novembre 2013. Il problema è che Nikolic si comporta come se le votazioni dovessero avvenire il prossimo mese: scrive lettere ai giornali, rilascia comunicati stampa, bacia i bambini in pubblico e cura nei minimi dettagli la propria pagina Facebook , con tanto di blocco nei confronti di chi scrive post a lui poco graditi (le persone bloccate da Nikolic sono talmente tante che si sono raccolte in una pagina Facebook intitolata “Andrew Nikolic mi ha bloccato”). Non solo. Nikolic rispolvera ad ogni occasione il suo glorioso passato di soldato.
Il New Examiner ha deciso di fare satira su Nikolic dopo che questi aveva insultato, in un centro commerciale, una manciata di vecchietti che non condividevano la sua linea politica.
L’articolo di satira del New Examiner racconta che Nikolic era eroicamente morto in Afghanistan, ma era comunque riuscito a fare un comizio di fronte ad ex militari in cui dichiarava di sapere “di prima mano” quali fossero i pericoli nell’esportare la democrazia e di essere stato “ucciso da un cecchino nemico” mentre cercava “di salvare quattro bambini dai talebani ribelli”. Nell’articolo, inoltre, si legge che Nikolic era anche stato “ferito a morte” in Iraq ed era stato torturato dai militari tamil nel 2002 ma, nonostante tutto, si divertiva a distribuire palloncini durante la campagna elettorale.
Inutile dire che l’articolo ha avuto un grande successo e in poche ore è comparso sulla pagina Facebook dello stesso Nikolic. L’ex militare ha affermato che, se il New Examiner non avesse rimosso l’articolo incriminato, avrebbe contattato i datori di lavoro delle circa 17 persone che avevano premuto sul tasto “mi piace” su Facebook dicendogli che i loro dipendenti erano coinvolti in una “farsa patetica e irrispettosa”. Ad oggi non è dato sapere se questa minaccia abbia avuto seguito.
Per una storia che attende ancora un finale, un’altra ha invece una più serena conclusione . Sempre in Australia, il cardinale George Pell ha rinunciato a citare in giudizio Twitter dopo che a suo dire era stato diffamato da un “cinguettio” dell’attrice comica Catherine Deveny. Il tweet in questione riprendeva parzialmente una frase del cardinale e la riportava in modo tale da lasciar intendere che parlasse di rapporti sessuali con ragazzini. In seguito alla rimozione del tweet incriminato, il Cardinale ha rinunciato ad agire per vie legali. Che comunque, vista la complessità della questione tra legislazioni nazionali da applicare e responsabilità oggettive dei fornitori di servizio, non avrebbero portato forse a un nulla di fatto.
Gabriella Tesoro