Ustream , la nota piattaforma di video-streaming, è rimasta fuori servizio per circa dieci ore a causa di un attacco.
A dare la notizia è stato il CEO e co-fondatore Brad Hunstable, che ha definito l’accaduto “un attacco alla libertà di Internet”.
Il sito statunitense, che conta 55 milioni di visitatori al mese, è diventato particolarmente popolare in Russia da quando i cittadini hanno cominciato ad utilizzare il servizio per documentare le manifestazioni indette contro Vladimir Putin. In particolare, Ustream riesce a fornire voce e immagini a tutte quelle proteste in piazza che vengono normalmente “oscurate” dai media russi.
Ustream è andato fuori servizio in seguito a un attacco DDoS che ha avuto inizio alle 5:30 (14:30 ora di Mosca). La maggior parte delle richieste provenivano da Russia, Kazakistan e Iran e utilizzavano protocolli diversi (sia UDP che TCP). “È l’attacco più complesso che abbiamo mai visto” ha affermato Hunstable.
L’offensiva era volta ad oscurare un video specifico che riguardava una grande protesta in piazza e che era stato postato dall’utente reggamortis1 . Utente che ha un nome: si chiama Kirill Mikhailov , ha 23 anni ed è un giornalista. Quando si è reso conto che Ustream era fuori servizio, Mikhailov ha condiviso le immagini e il video su Twitter e YouTube, ma quando ha cercato di caricare il filmato su Bambuser si è reso conto che anche quella piattaforma era fuori uso.
Anche Bambuser ha subito, alle prime luci del mattino, un attacco DDoS che ha messo fuori uso la piattaforma per quattro ore. “Stiamo ricevendo un sacco di traffico insolito, con molte piccole richieste distribuite, il che è diverso da quello che normalmente registriamo – ha dichiarato un portavoce di Bambuser – È estremamente difficile sapere chi c’è dietro un attacco distribuito come questo, non vogliamo fare congetture sulla faccenda”.
Di fare congetture non se la sente neanche Hunstable che è riluttante a collegare l’attacco DDoS al Cremlino . Il CEO di Ustream ha sottolineato che l’offensiva poteva anche essere ricondotta a qualcuno che si trovava in Iran o in Kazakistan, ma sottolinea che “determinati giornalisti russi sono stati singolarmente presi di mira”.
In effetti è la terza volta in sei mesi che Ustream incappa in questo tipo di situazioni, apparentemente sempre in seguito alla condivisione da parte di un cittadino russo di materiale sulla piattaforma: quest’ultima offensiva si è tuttavia dimostrata di gran lunga la più aggressiva. Gli altri attacchi sono avvenuti il 6 dicembre e il 6 gennaio, giorni in cui si verificarono violente manifestazioni antigovernative.
Ad ogni modo, Hunstable non sembra aver digerito la faccenda e ha pensato bene di rilanciare il video di reggamortis1 sulla homapage di Ustream, e di inaugurare una versione del proprio sito in lingua russa.
Gabriella Tesoro