Microsoft e la pubblicità empatica

Microsoft e la pubblicità empatica

Redmond ha brevettato una tecnologia che, sfruttando Kinect, rileva lo stato d'animo dell'utente davanti al monitor e gli invia annunci pubblicitari mirati
Redmond ha brevettato una tecnologia che, sfruttando Kinect, rileva lo stato d'animo dell'utente davanti al monitor e gli invia annunci pubblicitari mirati

Spot personalizzati in base all’umore del momento e alle ultime attività compiute. Microsoft ha depositato un brevetto per una tecnologia che, sfruttando Kinect, è in grado di scansionare i lineamenti del volto della persona che si trova in quel momento davanti al monitor, rilevandone lo stato d’animo. Informazioni da combinare con tutte le attività eseguite online: dal contenuto delle pagine Web visitate alle query effettuate sui motori di ricerca, dalle email ai messaggi via social network e perfino i risultati dei giochi.

I dati raccolti vengono poi trasmessi agli inserzionisti che faranno visualizzare all’utente annunci pubblicitari mirati sul suo umore in quel preciso momento.

A spiegare la dinamica è lo stesso brevetto presentato da Microsoft: “Se l’utente accede a siti riguardanti malattie, il motore di ricerca per la pubblicità può rilevare uno stato emotivo negativo, ad esempio ansia, tristezza o nervosismo”.

I dispositivi che potrebbero utilizzare questa tecnologia includono, senza limitazione, PDA, smartphone, notebook, PC e console, sfruttando eventuali fotocamere e webcam già installati sul device, senza bisogno di componenti aggiuntivi esterni.

Numerose le aziende che potrebbero utilizzare questo sistema di rilevamento dell’umore, combinato con altre informazioni rastrellate dai vari dispositivi a disposizione del consumatore. Ad esempio, scarseggia il cibo in dispensa? Sul device compaiono annunci di prodotti alimentari scontati nel supermercato più vicino a casa. Se si vuole festeggiare un avvenimento come una promozione, ecco che arriva un comunicato di una nota marca di champagne.

Naturalmente, come per altre iniziative legate alla pubblicità, il punto cruciale resta sempre quello legato alla tutela della privacy degli utenti.

Cristiano Vaccarella

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Pubblicato il
19 giu 2012
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