12 voti a favore, 19 contrari, nessun astenuto . La Commissione Commercio Internazionale (INTA) al Parlamento d’Europa ha così bocciato il famigerato Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), il trattato internazionale che vorrebbe estendere a livello planetario la tutela della proprietà intellettuale e industriale.
Quella dei membri di INTA è una votazione cruciale nel percorso che dovrebbe portare il Parlamento del Vecchio Continente all’eventuale adozione del trattato anti-contraffazione. I commissari al Commercio Internazionale hanno infatti ascoltato le semplici opinioni già espresse dalle quattro commissioni Giuridica, Industria, Sviluppo e Libertà Civili.
Quattro no all’adozione comunitaria di ACTA, mai come ora in bilico dopo la votazione effettuata tra i membri di INTA. Una decisione sofferta, dopo il tentativo da parte del centro-destra di porne l’esito dietro una spessa coltre di segretezza. Pochi giorni prima, il commissario Karel De Gucht si era esposto pubblicamente a favore del trattato.
“Nulla da temere in questo accordo – aveva spiegato De Gucht ai vari membri della Commissione Commercio Internazionale – Come ho già detto in passato, ACTA non rappresenta un attacco alle nostre libertà, ma è invece una forma di tutela per il nostro sostentamento”. Era stato lo stesso De Gucht a chiedere la revisione del testo di ACTA da parte della Corte di Giustizia.
Una strategia mirata – almeno secondo gli attivisti di La Quadrature Du Net – al congelamento del dibattito pubblico sul trattato, in modo da avviare una fase di stallo non inferiore ai 18 mesi . Il parlamentare britannico David Martin ha ora sottolineato come ACTA sia diventato una questione politica e non più legale.
La decisione finale da parte del Parlamento d’Europa è ora attesa per il prossimo 4 luglio . In molti sono convinti che la votazione di INTA peserà in maniera consistente su quella dei parlamentari. Che ACTA finirà definitivamente nel cassetto dei ricordi, sebbene De Gucht continuerà ad insistere per portare il trattato all’attenzione della Corte di Giustizia d’Europa.
Più che soddisfatti gli attivisti di Open Rights Group e La Quadrature Du Net , che hanno brindato al possibile decesso del trattato anti-contraffazione. Nel mondo senza ACTA – come già sottolineato dal vicepresidente della Commissione Europea Neelie Kroes – ci sarebbe spazio per una fondamentale riforma delle attuali leggi sul copyright .
“ACTA non porta benefici all’umanità e non serve gli interessi della gente – ha spiegato a caldo un portavoce del Partito Pirata britannico – Danneggia le nazioni in via di sviluppo e avvantaggia in maniera ingiusta i grandi player del mercato”.
Diverso il parere del parlamentare tedesco Daniel Caspary, intervenuto ai microfoni dopo l’esito della votazione di INTA. “Se hai un raffreddore, cerchi di curarlo, non di uccidere il paziente. Abbiamo detto di voler migliorare ACTA. Ora dovremo ricominciare, per evitare che i cittadini vengano minacciati dalla proliferazione di beni contraffatti”.
Tra i grandi scontenti c’è anche l’industria dei contenuti, rappresentata dalla International Federation of Phonographic Industry (IFPI), da MPA e da altre associazioni che operano nel settore: la bocciatura di ACTA metterebbe a rischio l’immagine dell’Europa nel mercato internazionale, minacciando migliaia di posti di lavoro e l’intero settore della produzione culturale che si basa sulla salvaguardia della proprietà intellettuale .
Mauro Vecchio