Si chiama Police Tape ed è la nuova applicazione che permetterà a tutti gli utenti Android – presto anche quelli iOS, ma con funzionalità ridotte – di riprendere gli agenti di polizia per testimoniare casi di violazione dei fondamentali diritti civili . Sviluppata dagli attivisti della statunitense American Civil Liberties Union (ACLU), l’app rappresenterà uno “strumento essenziale per controllare le azioni della polizia”.
Il funzionamento di Police Tape è piuttosto semplice, illustrato in un breve video caricato su YouTube. C’è innanzitutto una sezione informativa, che illustrerà i principali diritti degli utenti mobile nei vari incontri con gli agenti a stelle e strisce. Dai posti di blocco alle visite casalinghe, dalla comune richiesta di documenti ai casi estremi come l’arresto .
Gli utenti che decideranno di scaricare l’app su dispositivi Android potranno poi scegliere tra registrazione audio e video. In entrambi i casi, lo schermo del telefonino verrà di colpo oscurato, facendolo sembrare spento . In sostanza, Police Tape inizierà a lavorare in background, nascondendosi all’eventuale occhio vigile del poliziotto di turno.
Cosa succede dopo? I file audiovisivi vengono inviati in automatico verso server terzi gestiti dagli stessi attivisti di ACLU. Questo per evitare che le registrazioni vengano perse per sempre con l’eventuale intervento censorio da parte degli agenti . La squadra legale di ACLU provvederà all’analisi dei filmati per stabilire la presenza di una violazione dei diritti civili nell’espletamento delle funzioni di polizia.
“I poliziotti spesso registrano i civili e dunque i civili hanno il diritto costituzionale di registrare la polizia – ha spiegato il policy counsel di ACLU Alexander Shalom – Quando la gente sa di essere sorvegliata, tende a comportarsi meglio”. Alla fine dello scorso maggio, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva affermato che i cittadini statunitensi hanno il diritto di riprendere gli agenti di polizia mentre esercitano le loro pubbliche funzioni.
Mauro Vecchio