Le scuse sono arrivate in seguito alla rimozione di un post pubblicato dai responsabili di Article 19 , organizzazione britannica che opera in difesa delle libertà d’espressione e informazione. I vertici di Facebook hanno dunque ammesso l’errore, dopo l’improvvisa sparizione di un link all’ultima inchiesta del gruppo Human Rights Watch .
Un agghiacciante report sulle principali tecniche di tortura inflitte in Siria, dove oltre 15mila tra civili e soldati sono stati uccisi dal marzo 2011. L’articolo linkato su Facebook da Article 19 contiene rivelazioni sull’esatta posizione dei vari centri di detenzione .
Evidentemente, contenuti che hanno destato l’indignazione tra i vasti meandri del sito di Mark Zuckerberg. Il post di Article 19 è infatti stato segnalato come inappropriato alle varie squadre che gestiscono i contenuti in blu . Di conseguenza, Facebook ha eliminato il contenuto perché ritenuto “offensivo”.
“Siamo davvero spiacenti per l’errore”, ha spiegato un portavoce del social network. Parzialmente soddisfatti i responsabili di Article 19 : Facebook non ha inviato alcun avviso in seguito alla rimozione . Negando all’organizzazione britannica la possibilità di proporre un ricorso. La copertura mediatica del fattaccio ha però facilitato l’ammissione di colpa.
Mauro Vecchio