È un chiarimento che sa di conferma, quello fornito dai Mozilla-man in seguito al discusso annuncio sull’abbandono dello sviluppo di Thunderbird: in un intervista con il “Mozilla evangelist” Tristan Nitot, il responsabile dei lavori sul client email open source Jb Piacentino descrive in dettaglio quali sono le intenzioni della fondazione per i prossimi mesi e anni.
Thunderbird non muore, dice Piacentino, confermando altresì che a essere morto è “solo” l’interesse di Mozilla per il suo sviluppo: “Mozilla non si focalizzerà più sullo sviluppo di innovazioni per Thunderbird ma lo terrà sicuro e stabile – dice Piacentino – Inoltre Mozilla fornirà tutta l’infrastruttura richiesta per nuove funzionalità realizzate dalla community e da integrare nelle future release di Thunderbird”.
Mozilla continuerà a pagare qualche sviluppatore affinché mantenga in ordine il codice del client, anche se probabilmente tali sviluppatori saranno impegnati sul compito solo “part-time”. D’altronde i clienti di Thunderbird (che secondo i dati forniti da Piacentino sono oltre 20 milioni aziende incluse, dunque non esattamente una userbase da prossima estinzione) vogliono stabilità nelle funzionalità e sicurezza, dice lo sviluppatore, e Mozilla è pronta a seguire tale strada di stabilità per il futuro prossimo.
Ci saranno novità già previste sul lato funzionalità, assicura Piacentino, anche se il focus di Mozilla si è oramai spostato sulla sponda diametralmente opposta a quella dove risiede Thunderbird: da questa parte c’è un mail client che gli utenti di nuova generazione (smartphone, tablet, social networking ecc) non usano più, dall’altra ci sono il mobile, Firefox OS e il browser open source più noto.
Thunderbird a parte, infine, sono proprio i discussi upgrade ossessivo-compulsivi di Firefox a rappresentare l’ennesimo spunto di discussione Mozilla-centrica in rete: lo sviluppatore Jono DiCarlo (attivo sul progetto Firefox) dice che “tutti odiano gli aggiornamenti” del browser, o per meglio dire il modo in cui Mozilla gestisce gli upgrade è particolarmente odiato da utenti, sviluppatori e professionisti.
La “crisi” di Firefox è generata anche dall’eccesso di importanza data dal team di sviluppo al rinnovamento dell’interfaccia ogni release o quasi, continua DiCarlo, un fatto che a suo giudizio porta inesorabilmente al peggioramento dell’usabilità del browser senza alcun guadagno in nessun altro ambito funzionale.
Alfonso Maruccia