Ouya, la console androide fa il pieno di dollari

Ouya, la console androide fa il pieno di dollari

Molto alto l'interesse su Kickstart. I giocatori pagano e aspettano. E sperano in un nuovo modello di intrattenimento, che vada oltre il freemium
Molto alto l'interesse su Kickstart. I giocatori pagano e aspettano. E sperano in un nuovo modello di intrattenimento, che vada oltre il freemium

La bizzarra idea di Ouya, la console “videoludica” basata sul sistema operativo Android e tutta incentrata sui giochini casual e “free-to-play”, sembra essersi conquistata la sua fetta di interesse. Un interesse piuttosto sostanzioso, a giudicare dal record di donazioni raggiunto dal progetto sul sito di crowdfunding Kickstarter.

Ouya ha fatto il pieno di dollari, e per giunta in un tempo estremamente breve: i 950mila dollari chiesti dagli sviluppatori della console “hackabile” per coprire i costi di realizzazione sono stati coperti in appena 8 ore, al momento le donazioni viaggiano sui 4 milioni e mancano ancora 27 giorni alla fine della fase di raccolta.

“Ringraziamo gli oltre 7.600 sostenitori che ci hanno sin qui supportato” dicono soddisfatti i produttori di Ouya, promettendo che i dollari raccolti nei prossimi giorni serviranno ad “alzare l’asticella” sull’effettiva funzionalità della console e il corollario di servizi/dispositivi che dovranno accompagnarne il lancio da qui a marzo del 2013.

La console androide interessa e non poco gli utenti, e dopo aver toccato con mano tale interesse Yves Béhar – designer principale di Ouya – già parla di voler rivoluzionare il settore delle console videoludiche da salotto con una concorrenza “dal basso” basata su giochi gratuiti finanziati con l’advertising o le micro-transazioni in-game.

E in effetti il progetto Ouya ha le potenzialità per dire qualcosa di nuovo (e di “indie”) in un mercato che negli ultimi anni (dopo la debacle di Sega con il Dreamcast e l’affermazione di Microsoft con Xbox 360) è tutto fuorché aperto al nuovo. La speranza è che Ouya non si limiti a riportare sugli schermi televisivi la semplicità e le trovate economico-pubblicitarie che al momento rappresentano la maggioranza del casual gaming su dispositivi mobile (smartphone e tablet).

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
13 lug 2012
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