Google e la nuova ricerca universale

Google e la nuova ricerca universale

Controllo vocale. Relazioni pseudo-semantiche. Email personali tra i risultati del search. La collezione estiva delle novità di Mountain View è ora disponibile. Anche su iOS e Android
Controllo vocale. Relazioni pseudo-semantiche. Email personali tra i risultati del search. La collezione estiva delle novità di Mountain View è ora disponibile. Anche su iOS e Android

Ennesima infornata di novità per Google: il motore di ricerca più usato del Web si aggiorna e diventa più intelligente, oltre a presentare nuovi strumenti di correlazione e app vocali che nelle intenzioni dovrebbero dare il ben servito a Siri di Apple.

Le nuove funzionalità annunciate da Google per la realizzazione del “motore di ricerca del futuro” comprendono dunque un’app per Android che in sostanza replica la ricerca vocale già offerta da Siri su iOS (iPhone): e la supera, visto che secondo il montaggio video presentato da Mountain View l’app è in grado di rispondere a domande complesse e circostanziate.

Già disponibile su marketplace Android, la nuova app per la ricerca vocale farà presto il suo debutto anche su iOS non appena Apple ne autorizzerà la pubblicazione. Il search Google sarà poi maggiormente integrato con Knowledge Graph, strumento introdotto di recente che cerca tra le “cose” del mondo reale e relative relazioni per approfondire i risultati delle query.

Ma la funzionalità che farà certamente più parlare di se è la ricerca allargata alle email personali presenti su account Gmail: nel caso in cui l’utente avesse fatto il login sulla webmail, cercare online informazioni su viaggi, prodotti e altro porterebbe alla visualizzazione sia dei “tradizionali” risultati web che quelli carpiti dal Gmail Man nella posta elettronica personale.

La ricerca allargata alle email è un argomento di quelli delicati, ammette la stessa Google, ed è una funzionalità che va realizzata con molta attenzione per evitare di compiere errori molto pericolosi. Resta (per il momento) la possibilità di disabilitare l’opzione, assicura Google.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
9 ago 2012
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