WIPO, porte chiuse ai Pirati

WIPO, porte chiuse ai Pirati

L'Internazionale dei Partiti Pirata chiede di partecipare ai lavori dell'agenzia non governativa dell'ONU che si occupa di copyright. Decisione rimandata per la contrarietà di alcuni stati
L'Internazionale dei Partiti Pirata chiede di partecipare ai lavori dell'agenzia non governativa dell'ONU che si occupa di copyright. Decisione rimandata per la contrarietà di alcuni stati

Pollice verso da parte della World Intellectual Property Organisation ( WIPO ) nei confronti del Partito Pirata. L’agenzia dell’ONU specializzata in materia di copyright, brevetti e marchi registrati ha infatti posticipato il proprio pronunciamento in merito alla richiesta dei Pirati di partecipare alle attività in qualità di osservatore.

In una sessione a porte chiuse, i responsabili della WIPO hanno assegnato lo status di “osservatore” a diversi gruppi che ne avevano fatto richiesta, con l’unica eccezione del partito dei pirati. Secondo le fonti , il rinvio durerà almeno fino al 2013 nonostante il direttore generale dell’organizzazione si sia pronunciato in favore dei Pirati.

La domanda formale è stata sottoscritta dal Pirate Parties International (PPI), associazione non governativa che rappresenta le ramificazioni europee del Partito Pirata.

Storicamente, il ruolo di osservatore per conto dell’agenzia non governativa è stato ricoperto da gruppi legati all’industria dei contenuti come la Motion Picture Association of America ( MPAA ) e l’International Federation of Phonographic Industry ( IFPI ). Tuttavia, da qualche anno organizzazioni di interesse pubblico come Creative Commons ed Electronic Frontier Foundation ( EFF ) partecipano allo svolgimento dei lavori con la prerogativa di bilanciare , mediante l’enfasi sui diritti umani, il dibattito che porta alla stipula degli accordi internazionali .

Secondo le cronache, l’obiezione alla richiesta del Partito Pirata sarebbe arrivata da Svizzera, Francia e Stati Uniti nel corso delle consultazioni informali. La contrarietà, da quanto emerge, sembra riguardare lo statuto essenzialmente politico del Pirate Party, secondo alcuni membri della WIPO incompatibile con le finalità dell’organizzazione.

Lo scontento da parte dei Pirati è dichiarato. Secondo Gregory Engels, co-Presidente del PPI, WIPO non sarebbe pronta a dialogare con quella parte della società civile che pensa sia giunta l’ora di realizzare una riforma significativa del sistema del copyright.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
9 ott 2012
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