NFC, prove tecniche italiane

NFC, prove tecniche italiane

Gli operatori principali del mercato mobile del Belpaese trovano un accordo. Ora non resta che mettere d'accordo anche gli istituti di pagamento
Gli operatori principali del mercato mobile del Belpaese trovano un accordo. Ora non resta che mettere d'accordo anche gli istituti di pagamento

L’annuncio risale alla fine della scorsa settimana: i quattro operatori del mercato italiano – ovvero Vodafone, Telecom Italia, Wind e 3 Italia – assieme al MVNO PosteMobile hanno trovato un accordo tecnico per l’adozione e la promozione dei sistemi di pagamento NFC nella rete commerciale italiana. Gli operatori metteranno in circolazione i cellulari dotati della tecnologia a sfioramento, più l’infrastruttura necessaria per consentire agli istituti di pagamento di offrire servizi specifici in tal senso. Sempre che decidano di farlo.

La tecnologia NFC esiste da molti anni, in alcuni luoghi come il Giappone è piuttosto diffusa, e le stime propongono una potenziale crescita esponenziale in tutta l’Europa e il Nordamerica nei prossimi anni: fino a oggi, tuttavia, la sua diffusione in Italia non è stata irresistibile e così dicasi anche per gli Stati Uniti e il resto dei mercati occidentali. È mancata probabilmente la “killer-app”, la ragione per spingere i consumatori a chiedere e pretendere questo tipo di servizi nella loro vita di tutti i giorni.

La questione sembra però a una svolta: Telecom Italia organizza meeting a Milano per coinvolgere gli operatori, gli addetti ai lavori e anche i blogger in rappresentanza dei comuni cittadini nelle prime sperimentazioni, l’accordo tra tutti i provider mobile getta le basi per consentire la diffusione della tecnologia. Il problema è che a bordo mancano ancora gli istituti finanziari e di credito, poiché solo l’accordo tra tutte le parti della filiera potrebbe garantire realmente la diffusione di questo nuovo strumento di pagamento (le cifre snocciolate parlano di 80 per cento dei cellulari venduti nel 2013 saranno dotati di NFC e saranno 150mila i POS abilitati: numeri tutti da verificare sul campo).

Da questo punto di vista, paradossalmente, è proprio l’operatore virtuale PosteMobile a partire in vantaggio : disponendo già di una divisione che si occupa di attività bancaria (BancoPosta), le SIM PosteMobile sono già abilitate ai pagamenti NFC. E non ci sono trattative particolari da portare a compimento per accordarsi sulle tariffe del servizio: Poste Italiane può giovarsi della sua presenza nell’intera filiera per anticipare tutti, in attesa che gli operatori di telefonia mobile si mettano d’accordo con gli istituti finanziari (carte di credito, banche) su come spartirsi la torta.

L’ accordo degli operatori , in definitiva, è un passaggio importante: ma è difficile credere che fino a oggi l’ostacolo fondamentale fin qui incontrato da NFC nella sua diffusione sia stata la tecnologia (di prodotti NFC o comunque per il pagamento a contatto o di prossimità ce ne sono in giro da anni). Quello che conta è che tutti i pezzi della scacchiera trovino il loro posto: la vera novità sarebbe un accordo per il billing , ovvero per la fatturazione degli acquisti direttamente sui propri conti correnti, e i consumatori non possono che restare in attesa che gli operatori finanziari decidano realmente di scommettere su questa tecnologia affinchè possa affermarsi. Nel frattempo negli USA si fanno largo soluzioni alternative come Square .

Luca Annunziata

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Pubblicato il
22 ott 2012
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