LHC, l'Apocalisse è una causa persa

LHC, l'Apocalisse è una causa persa

La donna che voleva fermare (nei tribunali) l'acceleratore del CERN per un presunto rischio di distruzione planetaria perde anche in appello: è un'ipotesi impossibile, giudica la corte
La donna che voleva fermare (nei tribunali) l'acceleratore del CERN per un presunto rischio di distruzione planetaria perde anche in appello: è un'ipotesi impossibile, giudica la corte

Non è ancora tempo di Apocalisse per il Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle europeo che secondo una donna tedesca potrebbe portare alla distruzione dell’interno Pianeta. La causa, già aperta due anni fa , finisce con un niente di fatto anche alla sentenza di appello.

Riferendosi ai rapporti di sicurezza comunicati dal CERN nel 2003 e nel 2008, i giudici della Corte di Appello di Münster hanno stabilito che, secondo l’attuale conoscenza scientifica, un rischio di disastro connesso al funzionamento dell’LHC è “impossibile”.

La donna che voleva salvare il mondo impedendo l’accensione dell’acceleratore non la spunta, dunque, sulla comunità scientifica che ha costruito e messo in funzione i 9.000 super-magneti sparsi per gli oltre 27 chilometri di tunnel dell’LHC situati sotto i confini di Francia e Svizzera.

Né hanno suscitato la benché minima preoccupazione questi due anni in cui l’LHC ha lavorato a pieno regime, d’altronde, contribuendo a importanti scoperte scientifiche, buon ultima la scoperta quasi certa della sfuggente particella elementare nota come bosone di Higgs .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 23 ott 2012
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