Nella ricerca robotica, uno sciame di creature artificiali viene generalmente visto come un insieme di unità simili che lavorano coordinate per risolvere un determinato problema o affrontare uno specifico compito. A volte, i robot all’interno di un team non riescono – è solo un esempio – a salire su superfici dalla morfologia complessa, a causa di un raggio d’azione e percezione limitato, che non permette di prevedere e organizzare la scalata.
Ma cosa succede se si mettono insieme diverse tipologie di robot, ovvero macchine differenti dotate di capacità differenti? È il cuore dell’esperimento condotto da un gruppo di ricercatori all’Universite Libre di Bruxelles e all’Instituto Universitario di Lisbona, uno sciame di macchine chiamato Swarmanoid.
Con Swarmanoid , diversi robot riescono a comunicare tra loro – il metodo è chiamato Specially Targetted Communication (STC) – e dunque a coordinarsi mescolando le singole capacità sensoriali ed esecutive. I ricercatori di Bruxelles e Lisbona hanno sfruttato un piccolo drone volante per guidare una serie di piccoli robot a terra e così portarli a scalare una piccola collina artificiale .
Alla base della tecnologia STC, lo sfruttamento dei feedback visuali attraverso piccoli pannelli LED . Il drone seleziona un determinato numero di robot a terra, comunicando con essi attraverso il cambiamento dei colori sui pannelli. Arrivato il giusto segnale, i piccoli robot riescono a formare una sorta di schiera e muoversi alla volta della superficie in salita.
E tutto questo senza alcun bisogno di connessione wireless, senza tecnologie d’orientamento GPS o mappe online . Senza alcun controllo esterno, i robot hanno una migliore capacità d’analisi dell’ambiente circostante, riuscendo ad impartire segnalazioni sensoriali alla schiera di robot sulla terra. La visione di questo video fugherà ogni dubbio.
Mauro Vecchio