Israele fa la guerra via Twitter

Israele fa la guerra via Twitter

L'esercito annuncia in 140 caratteri l'avvio delle operazioni militari su Gaza. Foto e video degli obiettivi colpiti cinguettati costantemente. Il social network è il canale ufficiale per il pubblico
L'esercito annuncia in 140 caratteri l'avvio delle operazioni militari su Gaza. Foto e video degli obiettivi colpiti cinguettati costantemente. Il social network è il canale ufficiale per il pubblico

Un evento che entrerà nella storia anche per la scelta del mezzo di comunicazione utilizzato: Israele ha annunciato la propria offensiva militare nella striscia di Gaza attraverso un singolo tweet. “Le forze di difesa israeliane hanno iniziato una operazione sui siti terroristici e operativi nella striscia di Gaza, guidati, tra gli altri, da Hamas e da Islamic Jihad”. Con un messaggio di 140 caratteri, prende forma quella che sembra essere a tutti gli effetti una dichiarazione di guerra.

Subito dopo l’annuncio, l’account Twitter delle Forze di Difesa Israeliane è diventato un vero e proprio bollettino volto a illustare le ragioni e le modalità del conflitto oltre che a fornire tutti gli aggiornamenti del caso : “Tutte le opzioni sono sul tavolo. Se necessario, l’esercito israeliano è pronto ad avviare un’operazione di terra su Gaza”.

Tra i tweet più cruenti vi è quello che informa dell’assassinio di Ahmed Jabari, capo dell’ala armata di Hamas. Subito dopo, è comparso un video con le prove dell’uccisione , accompagnato da un messaggio con il quale i militari israeliani manifestano chiaramente la propria responsabilità sull’operazione. Le attività di pubbliche relazioni militari hanno coinvolto anche la pagina Facebook ufficiale dell’IDF.

Dal canto suo, l’esercito che fa capo ad Hamas, Al Qassam Brigades , non è rimasto a guardare le tattiche di comunicazione del nemico e ha provveduto ad aggiornare lo stato del combattimento attraverso la piattaforma di microblogging , esprimendo dolore e lutto per l’assassinio del leader.

Come notano i resoconti internazionali, è la prima volta che un paese al centro di un evento bellico decide di documentare in diretta, via social media , le operazioni di guerra. Si tratta di un modo del tutto singolare di gestire la guerra di opinioni online, spiega su Wired Noah Shachtman. Quando un drone statunitense ha colpito un obiettivo militare sospetto in Afghanistan, il filmato è stato tenuto nascosto o, comunque, reso pubblico solo mesi dopo l’accaduto. Lo stesso discorso vale per l’operazione che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden , sulla quale è stato speso un unico tweet lanciato da un cittadino afgano presente nei dintorni del luogo delle operazioni.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il 15 nov 2012
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