UK, vendetta contro chi cinguetta

UK, vendetta contro chi cinguetta

Il politico coinvolto per errore in uno scandalo di pedofilia chiede un risarcimento a tutti i netizen che hanno amplificato il caso via Twitter. Una richiesta volta a risanare la reputazione infangata
Il politico coinvolto per errore in uno scandalo di pedofilia chiede un risarcimento a tutti i netizen che hanno amplificato il caso via Twitter. Una richiesta volta a risanare la reputazione infangata

Robert Alistair McAlpine è il politico coinvolto nel falso scoop giornalistico che ha portato alle recenti dimissioni del direttore generale della BBC George Entwistle. McAlpine è ora deciso a trascinare in tribunale i 10mila utenti di Twitter che lo hanno citato erroneamente.

Il nome di McAlpine è emerso in seguito a una puntata del famoso programma televisivo di inchiesta Newsnight , nel quale si faceva riferimento a un noto politico del governo britannico coinvolto in uno scandalo di pedofilia. In base alle descrizioni fornite, gli utenti di Twitter hanno attivato un flusso di cinguettii che riportavano il nome dell’ex consulente politico di Margaret Thatcher come protagonista del caso. Qualche giorno dopo, il Guardian ha spiegato che si trattava di uno scambio di identità.

Gli avvocati di McAlpine chiedono ora un risarcimento per l’azione di diffamazione compiuta nei confronti del loro assistito. In particolare, l’azione legale vede coinvolta Sally Bercow, moglie dello speaker della Camera dei Comuni e personaggio influente su Twitter in terra d’Albione, responsabile di aver amplificato il falso scoop insieme ad alcune firme del giornalismo britannico.

Andrew Ride, avvocato di McAlpine, ha spiegato che i 10mila account individuati rappresentano solo l’inizio della crociata volta a risanare la reputazione del politico: il numero dei profili coinvolti potrebbe arrivare anche a 100mila contando i retweet e le menzioni. Circa quaranta persone, tra cui Sally Bercow, sarebbero state contattate dai legali di politico conservatore, con la richiesta di formulare una nota di scuse e di pagare una multa simbolica pari a 5 sterline (circa 6 euro) da devolvere in beneficenza.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
21 nov 2012
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