Tim Cook e i Mac made in USA

Tim Cook e i Mac made in USA

Prima intervista per il CEO. Che annuncia la volontà di riportare negli Stati Uniti la produzione di una linea di PC. Una boccata d'ossigeno per il tribolato trimestre di Apple a Wall Street?
Prima intervista per il CEO. Che annuncia la volontà di riportare negli Stati Uniti la produzione di una linea di PC. Una boccata d'ossigeno per il tribolato trimestre di Apple a Wall Street?

La prima intervista esclusiva a Tim Cook, realizzata da NBC per il programma Rock Center , riserva un’anticipazione interessante che riguarda la produzione dei Mac: il CEO di Apple ha dichiarato che una delle linee già esistenti di computer con la Mela sarà prodotta totalmente negli Stati Uniti a partire dal prossimo anno.

Gli utenti della Mela dovranno attendere per sapere quale saranno i modelli la cui produzione avverrà esclusivamente entro i confini statunitensi. “Abbiamo lavorato anni per produrre sempre di più negli Stati Uniti”, afferma Cook nella prima apparizione pubblica televisiva dopo la nomina come amministratore delegato dell’azienda, ruolo in precedenza ricoperto da Steve Jobs. Un annuncio sicuramente accolto positivamente Oltreoceano, visti i tassi di disoccupazione crescenti dovuti, in parte, alla delocalizzazione di molte attività manifatturiere.

“Non è forse noto a tutti – prosegue Cook nella lunga intervista realizzata da Brian Williams – che le tecnologie per iPhone e iPad sono prodotte negli Stati Uniti e molte di queste sono anche esportate”. 100 milioni di dollari (circa 76,5 milioni di euro) è la cifra comunicata dal CEO di Apple per riportare parte della produzione a casa .

Una scommessa, quella di offrire prodotti “made in America”, già affrontata da Google con il progetto Nexus Q , lanciato sul mercato l’estate scorsa e subito ritirato per poter essere migliorato sulla base dei feedback ricevuti (e si vocifera anche per via di alcune difficoltà produttive).

È probabile che la sortita di Cook sia dovuta anche al tentativo di recuperare punti sul mercato finanziario dopo l’improovviso crollo delle azioni di Apple, pari al 6 per cento, registrato nei giorni scorsi. Un calo vistoso attribuito a una serie di ragioni , tra cui la scarsa fiducia degli investitori sul potenziale innovativo dei prossimi prodotti e il potenziale livello di saturazione nel mercato raggiunto dai pezzi storici come iPhone.

Tuttavia la ragione principale alla base della performance finanziaria negativa di Cupertino riguarda il caso di insider trading che ha portato all’arresto dell’operatore di borsa David Miller, il quale avrebbe orchestrato l’acquisto non autorizzato di 1 miliardo di dollari di azioni Apple , portando il proprio datore di lavoro, Rochdale Securities , a una condizione di gravi perdite economiche. Una situazione che di certo non favorisce Apple, ma che le dichiarazioni televisive di Cook potrebbero ridimensionare.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
6 dic 2012
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