UK, tanti saluti ai filtri sul porno

UK, tanti saluti ai filtri sul porno

Il governo di Londra è costretto ad abbandonare il piano di filtraggio per tutelare i netizen dalla pornografia. Solo il 35 per cento dei genitori è d'accordo con i blocchi automatici
Il governo di Londra è costretto ad abbandonare il piano di filtraggio per tutelare i netizen dalla pornografia. Solo il 35 per cento dei genitori è d'accordo con i blocchi automatici

In un documento di oltre 40 pagine, i risultati della consultazione pubblica avviata dal parlamentare britannico Claire Perry sul blocco di contenuti pornografici nell’ecosistema digitale di Sua Maestà. Il governo di Londra ha bocciato l’adozione dei filtri di stato per l’oscuramento automatico di materiale a luci rosse sulle postazioni informatiche di tutti i netizen d’Albione.

Fra le circa 3.500 risposte pervenute da università, istituti di beneficenza e operatori di comunicazione, solo il 35 per cento dei genitori britannici è d’accordo con i meccanismi di filtraggio automatico del pruriginoso . Una fetta pari al 15 per cento degli intervistati si è invece dichiarata favorevole ad un sistema che filtri determinati contenuti, con la possibilità di richiedere ulteriori blocchi ai vari provider del Regno Unito.

Dopo oltre due mesi di consultazione pubblica, Claire Perry ha espresso profonda frustrazione per i risultati ottenuti, che hanno costretto i ministri di Londra a respingere il piano di filtraggio per lo scarso livello di adesione da parte delle famiglie . In caso di blocco automatico dei contenuti pornografici, i singoli utenti d’Albione avrebbero dovuto richiedere la rimozione dei filtri per ogni caso specifico.

Nel documento diramato dal governo, il 13 per cento dei genitori britannici vorrebbe un sistema che chieda quali tipologie di contenuti vadano bloccate per la tutela dei minori nelle attività di navigazione online . L’abbandono dei filtri è stato accolto con soddisfazione da parte degli attivisti in Rete, preoccupati per le possibili conseguenze dei blocchi automatici sulla libertà d’espressione online.

Come annunciato più di un anno fa dal premier britannico David Cameron, i fornitori di connettività avrebbero dovuto accogliere una specifica blocklist di siti stilata dallo stesso governo. Claire Perry ha ora chiesto ai vari ISP di intraprendere misure per la protezione dei più piccoli, con meccanismi di verifica anagrafica e una robusta campagna informativa nell’ambito del parental control .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 17 dic 2012
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