La famiglia Zuckerberg e la privacy su Facebook

La famiglia Zuckerberg e la privacy su Facebook

Una foto privata di Randi Zuckerberg finisce su Twitter. Scuse da parte dell'utente responsabile, che non avrebbe compreso il livello di riservatezza applicato alla immagine. Polemica e ironia si scatenano in 140 caratteri
Una foto privata di Randi Zuckerberg finisce su Twitter. Scuse da parte dell'utente responsabile, che non avrebbe compreso il livello di riservatezza applicato alla immagine. Polemica e ironia si scatenano in 140 caratteri

Ironia natalizia in casa Zuckerberg, un episodio curioso che ha fatto riflettere sul delicato rapporto tra condivisione social e privacy personale. Già a capo della divisione marketing di Facebook, Randi Zuckerberg – sorella del founder Mark – aveva pubblicato sul sito in blu una foto in cui alcuni membri della sua famiglia giocavano con i propri telefonini , in seguito al recente rilascio della nuova app di messaggistica Poke .

famiglia zuckerberg Pubblicata sul diario ( timeline ) di Randi, la foto era stata protetta grazie alle varie opzioni per la tutela della riservatezza, nello specifico limitata ai soli amici in blu di sorella Zuckerberg . Poche ore dopo, un cinguettio del marketing director di Vox Media Callie Schweitzer ha scatenato il panico su Twitter: la foto della famiglia più social è finita su quotidiani e siti di tutto il mondo.

“Non ho capito dove hai preso questa foto – cinguetta adirata Randi Zuckerberg – Io l’ho postata solo per i miei amici su Facebook. Il fatto che tu l’abbia ripubblicata su Twitter non è affatto piacevole”. Con 40mila follower pronti a diffondere l’immagine di Schweitzer, la responsabile di Vox Media si è subito scusata per l’inconveniente, ammettendo di non aver letto lo status privato della foto familiare in casa Zuckerberg .

“Etichetta digitale: chiedere sempre il permesso prima di pubblicare pubblicamente la fotografia di un amico – ha cinguettato ancora Randi, sempre più adirata – Non è una questione di opzioni della privacy, ma solo di decenza umana”. Se non è una questione di opzioni della privacy, probabilmente la svista di Schweitzer è figlia dei continui cambiamenti delle impostazioni voluti dai vertici di Facebook per offrire maggiore controllo agli utenti.

In realtà, la gigantesca piattaforma social deve fare i conti con numerose lamentele (eufemismo) da parte di attivisti digitali, utenti iscritti e autorità garanti di mezzo mondo. “Al posto di insultare un utente, forse dovresti parlare con tuo fratello dei recenti cambiamenti nelle policy di Facebook”, ha risposto seccato un terzo account su Twitter. La foto è stata comunque rimossa dalla piattaforma di microblogging.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 27 dic 2012
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