Con un voto a maggioranza schiacciante (73 contro 23), il senato statunitense ha approvato l’estensione del controverso FISA Act (Foreign Intelligence Surveillance) per altri cinque anni. L’intelligence potrà dunque continuare a intercettare le comunicazioni elettroniche e telefoniche dei cittadini USA con l’estero, senza il minimo disturbo da parte di giudici, legali o persino della politica di Capitol Hill.
Il voto del congresso arriva a sigillare una ratifica già avviata dalla House of Representatives lo scorso settembre, e lascia sostanzialmente intatte le capacità di monitoraggio della NSA concesse dall’amministrazione Bush nel 2008.
Gli esperti stimano che la “dragnet” delle intercettazioni catturi centinaia di migliaia di cittadini americani senza la minima parvenza del mandato di un giudice, e a poco sono serviti gli sforzi degli oppositori per conoscere quantomeno la portata effettiva del tecnocontrollo con la giustificazione dell’antiterrorismo.
Impallinato l’emendamento del senatore democratico Ron Wyden, che chiedeva alla NSA una stima del numero di persone intercettate, sono state respinte allo stesso modo le proposte del democratico Jeff Merkley – per fare luce sulle super-segrete decisioni che hanno portato all’approvazione delle norme FISA – e del repubblicano Rand Paul sull’applicazione del Quarto Emendamento della Costituzione USA anche nel caso delle intercettazioni FISA.
L’ultimo atto prima della ratifica definitiva di altri cinque anni di intercettazioni senza mandato è ora la firma del presidente Barack Obama sulla legge: atto scontato, considerando che la Casa Bianca ha già espresso la volontà di estendere l’uso di uno strumento considerato “essenziale” per la lotta al terrorismo anti-USA.
Alfonso Maruccia